di Franco La Magna
Soltanto la funambolica genialità dell’allora factory di Roberto Benigni – oltre all’attore-regista toscano, lo scrittore-sceneggiatore Vincenzo Cerami e il compositore Nicola Piovani, entrambi romani – fu in grado di concepire la fusione di due temi così antitetici e si potrebbe dire di due generi cinematografici apparentemente del tutto opposti, il comico e il drammatico, già in realtà conviventi nella osmosi perfetta di quel multigenere che è stato (e continua ad essere in tono minore) la cosiddetta “commedia all’italiana”, mix di comicità e dramma, vero e proprio fetish della produzione cinematografica nazionale
Dall’estremizzazione di questa “tendenza all’italiana” nasce con ogni probabilità l’incredibile “La vita è bella” (1997, questa sera 25 gennaio su Cine 34 alle 21,00) diretto e interpretato da Roberto Benigni, che mette in campo l’idea, folle e “impraticabile”, di affrontare gioiosamente il dramma dell’Olocausto, come divertssement dotato di premio finale da giocare in un campo di concentramento (l’ultima parte, come è d’uopo, scivola inevitabilmente nella tragedia).
Così l’ebreo Guido Orefice spiega al figlioletto ciò che è impossibile spiegare, la sistematica distruzione del popolo ebraico ad opera del nazismo, affrontando con temerarietà la congerie di critiche che inevitabilmente sarebbero piovute a causa della scandalosa trattazione d’una materia così spaventosa addirittura in toni comici (si può davvero parlare dell’Olocausto in questi termini?).
Lo strabiliante risultato, non soltanto economico (in Italia incassò oltre 90 miliardi, maggior incasso di sempre e nel mondo intero circa 230 milioni di dollari) fece piazza pulita di tutte le critiche negative, anche se tutt’altro che copiose rispetto a quelle addirittura celebrative ed un diluvio di riconoscimenti premiò tanto ardimento: tre Oscar (Miglior film in lingua straniera, Miglior attore protagonista, Miglior colonna sonora) su sette candidature; premi BAFTA, premi a Cannes, una messe di David di Donatello e tra il 1998 e il 2000 un vero e proprio diluvio di altri premi provenienti dal mondo intero.
P.S. Miracolo su Rete 4. Ieri sera “Schindler’s List” è andato in onda privo di pubblicità. L’orrore dell’Olocausto merita religioso rispetto.