Prosegue su Nove tv (canale 9) la serie del pugile Rocky Balboa. Su La7 “Fuga da Alcatraz”
di Franco La Magna
Un Maciste contemporaneo, un eroe del sottoproletariato tutto muscoli e tenerezze, una sorta di self made man tanto apprezzato dall’ideologia liberista ed osannato al suo primo apparire sugli schermi, nel lontano 1976, al punto di essere premiato con ben tre Oscar, Miglior film, Miglior regia e Miglior montaggio.
Ma di quel primo “Rocky” regia di John G. Avildsen – dalle corse a perdifiato e gli inusuali allenamenti – nessuno avrebbe immaginato l’iterazione di ben quattro sequel (II, III IV, V), sciorinati nell’arco di quindici anni e sempre più illanguiditesi nel corso del tempo, ma che continuano ad apparire carsicamente nei palinsesti televisivi di network minori per la gioia dei molti fans sparsi.
Sicché riecco Rochy Balboa (Sylvester Stallone, ormai interprete fetish sempre più confuso con il personaggio), addirittura nei panni di regista-attore (com’era già avvenuto nel secondo round della serie), ancora nel terzo episodio, “Rocky III”(1982, stasera 15 febbraio su Nove tv, intorno alle 21,30), roccioso pugile sempre innamoratissimo della sua Adriana, qui restio a nuovi combattimenti, ma alla fine inevitabilmente tornato sul ring onusto di rabbia. Solo per fans.
Su La7 sempre in prima serata alle 21,15 “Fuga da Alcatraz” (1979) regia di Don Siegel, che ricostruisce la clamorosa fuga di tre detenuti, avvenuta nel giugno 1962, gabbando le misure di sicurezza del terribile carcere-fortezza dal quale nessuno era mai riuscito a fuggire. Nel terzetto degli interpreti un impassibile e controllatissimo Clint Eastwood già consacrato divo hollywoodiano.