Su Rai Movie stasera alle 21,10 il celebrato “La, La, Land”
a cura di Franco La Magna
Anche le storie d’amore prive del fatidico happy end possono conquistare il box-office, balzare in testa alle classifiche mondiali e godere di una messe di premi, Oscar compresi. Omaggio al musical, uno dei generi classici in cui il cinema USA eccelle, senza possibilità di paragoni, “La La Land” (2016) diretto da Damien Chazelle (questa sera 30 marzo su Rai Movie, Canale 24, alle 21,10) – il cui titolo fa riferimento alla mitica Los Angels mecca del cinema, “città dei sogni” e location privilegiata del film – ha immediatamente stregato pubblico e critica con la storia d’amore tra un musicista jazz e un’aspirante attrice, entrambi in cerca di fortuna nella mitica città, dalla triste chiusura strappalacrime.
Accolto favorevolmente anche dal pubblico non particolarmente sedotto dal genere musical, il film ha aperto la 73.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica alla Biennale di Venezia che ha incoronato la protagonista Emma Stone con la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione femminile. Messe di candidature all’Oscar (ben 14) e sei statuette vinte. Tra gli altri riconoscimenti, sette Golden Globe e un vera e propria mietitura di altri premi in giro per il mondo.
Assolutamente non scalfito (anzi esaltato) il mito, tanto caro agli USA, del self made man. La Stone nei panni dell’aspirante attrice si ritrova cinque anni dopo al vertice del successo, mentre il protagonista maschile (Ryan Gosling) riesce a realizzare il suo sogno di aprire il locale jazz dove alla fine del film i due malinconicamente si rivedono, ormai irrimediabilmente separati. Il successo professionale non si accorda a quello sentimentale, ma l’arrivo alla meta agognata è salvo per entrambi. E, forse, si legge sottotraccia proprio la separazione ne è stato il propellente.
Ottima la regia di Chazelle (anche musicista), non a caso premiato con l’Oscar nel 2017 come Miglior regista, insieme alla protagonista (Miglior attrice). Altri Oscar: Miglior fotografia, Miglior scenografia, Miglior colonna sonora, Miglior canzone. Del tutto convenzionale la struttura narrativa, evidentemente molto gradita da pubblico e critica (dal primo incontro, all’innamoramento, al doloroso distacco) che ne fa un classico dell’amore irrealizzato, proprio per questo sottraendo alla favola ogni stucchevole compimento.