Film in TV del 14 maggio LUCI ROSA, KUNG-FU E SOGNANTE VECCHIAIA


In prima serata su Cine 34 e Rai 4. Su Rai Tre la bella commedia “Lontano, lontano” scritta e diretta da Gianni Di Gregorio

a cura di Franco La Magna

Prosegue su Cine 34, stasera alle 21,00 come ogni venerdì, la festa dei film “a luci rosa” con l’incontrastata reginetta del porno show soft all’italiana Edwige Fenech, in coppia con Renzo Montagnani, qui nel tempo del loro massimo splendore, impegnati nel tentativo mal riuscito di sollazzare il pubblico a grana grossa delle sale cinematografiche nazionali nel sempre più incolore e per la verità poco erotico “La moglie vergine” (1975) regia di Franco Martinelli (pseudonimo del rodato Marino Girolami), commediola sexy in cui il ruolo della giovane suocera, uscendo dal tradizionale cliché, sarà determinante per riattizzare le voglie del genero colta da “impotentia coeundi” verso la figlia.

Con “Il furore della Cina colpisce ancora” (1971) regia di Lo Wei, su Rai 4, canale 21, alle 21,20 il mito di Bruce Lee, maestro nell’arte del kung-fu, conquista il pianeta resistendo per qualche anno nell’immaginario collettivo cinematografico. Qui il mitico Lee scopre e sbaraglia una centrale di spaccio di droga camuffata da fabbrica di ghiaccio, dove lui proveniente da Bangkok ignaro di tutto si impiega. Non ci vorrà molto perché giustizia venga fatta. Un cult degli anni ‘70 solo per fans del volante e mobilissimo Lee.

Amara riflessione su una vecchiaia che non si arrende all’inesorabile scorrere del tempo e cerca ancora un guizzo di vitalità e d’interesse per la vita, nella gradevole intelligente e pensosa commedia “Lontano lontano” (2109) di Gianni Di Gregorio, dove un simpatico e smarrito trio di settantenni (ottimamente interpretato da Ennio Fantastichini, qui alla sua ultima performance, Giorgio Colangeli e lo stesso Gianni Di Gregorio, nei panni d’un professore borgataro trasteverino) progetta di abbandonare la noiosa quotidianità per trasferirsi all’esterno. Si troveranno ad affrontare una serie inaspettata (e insormontabile) di problemi che tenteranno di risolvere anche con l’aiuto d’un vecchio preside in pensione (fulminante apparizione di Roberto Herlitzka).

Apparentemente scanzonata, la commedia scritta da Di Gregorio e Marco Pettenello, coglie, pur nella dimessa semplicità della messa in scena, un tema bruciante della contemporaneità, quello d’una terza età affrontata con l’illusione di continuare a vivere sognando ancora mirabolanti avventure, nel tentativo di fare lo sgambetto al tempo, anche se poi tutto si conclude addentando con gusto una fetta d’anguria. Minimalista, sognante, disarmante nella sua semplicità, toccante come