È atterrato all’Aja il volo con a bordo l’ex presidente filippino, Rodrigo Duterte, arrestato in patria su mandato della Corte penale internazionale (Cpi), mentre i suoi legali hanno presentato una petizione alla Corte suprema, chiedendo il suo rimpatrio a Manila. Il 79enne deve fare i conti con l’accusa di “crimine contro l’umanità di omicidio”, secondo la Cpi, per la sua brutale repressione e l’uccisione di decine di migliaia di uomini per lo più poveri, spesso senza prove che fossero collegati ai traffici di droga.
La petizione è stata presentata per conto della figlia più giovane, Veronica Duterte, che accusa il governo di “rapimento” e chiede che venga costretto “a riportarlo indietro”. “La Cpi può esercitare la sua giurisdizione solo se il sistema legale nazionale di un paese non funziona”, ha detto ai giornalisti fuori dal tribunale l’avvocato di Duterte, Salvador Paolo Panelo Jr., insistendo sul fatto che il sistema giudiziario delle Filippine “funzionava correttamente”.
Ma l’addetto stampa delle istituzioni giudiziarie, Claire Castro, ha risposto che la collaborazione con l’Interpol sul caso era una prerogativa del governo. “Non si tratta solo di consegnare un cittadino filippino, si tratta di consegnare un cittadino filippino accusato di crimini contro l’umanità, in particolare di omicidio”, ha detto durante un briefing.
Il presidente Ferdinand Marcos ha annunciato la partenza di Duterte in una conferenza stampa, ieri poco dopo le 23. “L’aereo è in rotta verso L’Aia nei Paesi Bassi, consentendo all’ex presidente di affrontare le accuse di crimini contro l’umanità in relazione alla sua sanguinosa guerra alla droga”, ha detto Marcos. (AGI)
Filippine: Duterte è all’Aja, petizione legali per rimpatrio
