“Ferrara, la città sospesa”


Ferrara è la “Città dalle cento meraviglie”, come recita il titolo del romanzo autobiografico del pittore ferrarese Filippo De Pisis, vissuto nella prima metà del ‘900 e intimo amico dei fratelli Giorgio e Andrea De Chirico, che vissero a Ferrara durante gli anni della Grande Guerra. Una storia intensa e curiosa, quella dei due fratelli a Ferrara, raccontata sotto un profilo psicologico dallo psichiatra Adello Vanni, appassionato cultore della pittura metafisica e dei suoi simbolismi. È uno dei tanti aspetti della città protagonista del documentario di Monica Ghezzi “Ferrara, la città sospesa”, in onda domenica 25 agosto alle 22.10 su Rai 5. Ferrara è una città tanto bella quanto misteriosa e lunare, spesso avvolta da una coltre di nebbia che la rende quasi indefinibile. Si dice che sia dominata da una certa bizzarria che investe gli abitanti della cittadina estense e che intuirono gli stessi pittori metafisici. Quella bizzarria, forse, che ha plasmato la fantasia degli artisti che vi hanno vissuto, da Ludovico Ariosto a Torquato Tasso che a Ferrara perse il senno e venne rinchiuso in una cella dell’ex ospedale di Sant’Anna.
Lo storico Matteo Provasi parla dell’importanza della città durante il Rinascimento, quando sotto il dominio degli Estensi fu capitale del Ducato di Ferrara e rappresentò un importante centro politico, artistico e culturale.
Tra le meraviglie di Ferrara, prima città moderna d’Europa, vi è la cosiddetta Addizione Erculea, raccontata da un giovane progettista, Sergio Fortini, nella darsena di San Paolo. A due passi dal meraviglioso Castello Estense, il monumento più rappresentativo di Ferrara, l’architetto descrive la città come un’isola che galleggia sospesa tra la terraferma e l’acqua del grande fiume Po, che, con il suo delta e i suoi rami, ne ha determinato la storia e il fascino senza tempo. (AGI)
RED/TPA
Rai: “Ferrara, la città sospesa” su Rai 5 (3)
Pubblicato: 23/08/2024 17:12
(AGI) – Roma, 23 ago. – A ridosso delle antiche mura, il documentarista Filippo Vendemmiati racconta la città dal punto di vista di chi, come lui, l’ha abbandonata per vivere altrove, sottolineando il silenzio che caratterizza l’anima di quei luoghi, soprattutto di notte, quando passeggiando per i suoi vicoli puoi sentire distintamente l’eco dei tuoi passi. Questo silenzio, tuttavia, produce suoni inaspettati, come la musica del Ferrara Buskers Festival, creazione di un ferrarese sui generis, amante della musica e musicista a sua volta: Stefano Bottoni, un ex fabbro che nel 1988 nella sua fucina ha inventato il primo Festival Internazionale per Musicisti di Strada. Un evento che ogni anno, a fine agosto, trasforma la città in uno splendido teatro a cielo aperto.
In centro si staglia poi un’altra delle cento meraviglie, forse la più bella: il Palazzo dei Diamanti, oggi sede di mostre temporanee della Fondazione Ferrara Arte e della Pinacoteca Nazionale. Chiara Varrasi, responsabile Conservatrice della Galleria d’arte Moderna, ricorda gli anni ruggenti della cittadina di provincia, quando sotto la direzione artistica del maestro Franco Farina, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘90, Ferrara divenne un polo museale d’avanguardia, accogliendo opere di artisti internazionali, icone come Man Ray e Andy Warhol, che nel 1975 espose qui la collezione “Ladies and gentleman”. Un mondo che, nonostante i problemi ambientali, continua a regalare storie ed emozioni. Nell’antica banchina portuale di Pontelagoscuro è ormeggiata la Nena, una vecchia imbarcazione veneziana. Georg Sobbe e Antonella Antonellini, capitano e marinaio della Nena, la definiscono una ‘ludo-barca’. Da anni, infatti, sono impegnati nell’organizzazione di percorsi fluviali dedicati a cittadini e scolaresche, nel tentativo di recuperare e vivacizzare il secolare rapporto tra la città e il suo fiume.
Anche Giorgio Bassani, scrittore e poeta che ha reso Ferrara celebre nel mondo, ne “L’Airone” ha dato voce al proprio rapporto con il fiume Po. Il protagonista del suo ultimo romanzo, infatti, lungo le valli del Po di Volano compie un viaggio che da semplice battuta di caccia diventa un percorso per lenire il disagio esistenziale. Bassani è amatissimo a Ferrara e non c’è luogo che in qualche modo non rimandi alla sua opera poetica e narrativa: da Corso Ercole I d’Este, dove si affacciava l’immaginario giardino dei Finzi Contini, alle mura del castello dove avvenne la fucilazione di undici oppositori del regime fascista. Episodio raccontato magistralmente in “Una notte del ’43”.
Nel cimitero ebraico, la poetessa e lettrice appassionata dell’opera di Bassani, Monica Pavani, parla della relazione imprescindibile tra Ferrara e il suo poeta e di come per i Ferraresi i suoi personaggi continuino a vivere tra le case e i vicoli della città. (AGI)