Femminicidi, 20 donne uccise dall’inizio dell’anno


I dati segnano un calo del delitto più grave, ma crescono i reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso”, in particolare lo stalking e le lesioni permanenti soprattutto al viso
AGI – Dall’inizio dell’anno al 3 marzo, in Italia sono stati commessi 60 omicidi, tre in più rispetto a quelli commessi nello stesso periodo dell’anno precedente; 20 le vittime donne, come un anno fa. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report settimanale sul fenomeno curato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale. Sempre dal primo gennaio, gli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo sono stati 29 (28 un anno fa) con 18 vittime donne, due in meno dello stesso arco di tempo del 2023. In flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, anche il numero degli omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 15 diventano 10, con le vittime donne che da 13 scendono a 8.
Nel Report annuale della stessa Dac, diffuso alla vigilia dell’8 marzo, si ricorda che gli omicidi volontari commessi in Italia nel 2023 sono stati 334, otto in più rispetto all’anno precedente: l’incremento rispetto al 2020 sale però al 16%. Le vittime donne l’anno scorso sono state 120, a fronte delle 128 dell’anno precedente: gli omicidi commessi in ambito familiare/affettivo nel 2023 sono stati 147, con 97 vittime donne (-4% nel quadriennio); 69 quelli commessi da partner o ex, con 64 vittime donne (-6% rispetto al 2020).
Analizzando il solo 2023, le donne vittime di omicidio costituiscono il 36% del totale: di queste, il 97% erano maggiorenni e l’87% italiane. L’azione di contrasto mostra un trend altalenante, con valori che tra il 2020 e il 2023 si attestano tra l’88 e il 93% di casi scoperti. Per il territorio nazionale il “tasso medio” degli omicidi in rapporto alla popolazione residente è pari a 0,56 per 100mila abitanti (considerando le vittime di entrambi i sessi), con un valore più elevato per il genere maschile, pari allo 0,74, rispetto a quello femminile, che si attesta a 0,4. Per quanto attiene infine al ‘modus operandi’, negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche, che ricorre in 41 casi; in 27 eventi sono state utilizzate armi da fuoco. Seguono le modalità di asfissia/soffocamento/strangolamento e lesioni o percosse, entrambe utilizzate in 14 omicidi, e avvelenamento in un unico caso.
Sul fronte dei reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso” (legge 19 luglio 2019, numero 69), dal 2020 a oggi il loro numero è andato progressivamente aumentando per la fattispecie della violazione ai provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e per la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Di contro, per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e per la costrizione o induzione al matrimonio si registra un andamento altalenante, con un incremento nell’ultimo anno. È quanto emerge dal Report “Donne vittime di violenza”, curato dal Servizio di analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale del dipartimento della pubblica sicurezza e diffuso alla vigilia dell’8 marzo.
In particolare, i casi di costrizione o induzione al matrimonio sono stati 28 nel 2023, il doppio rispetto a quelli dell’anno precedente, con una percentuale di vittime donne del 96%; 93 i casi di deformazione dell’aspetto del viso mediante lesioni permanenti a fronte dei 104 del 2022 e con una percentuale di vittime donne del 17%. In aumento, dell’11,8% (dai 1.232 del 2022 ai 1.378 del 2023) le denunce di revenge porn (con il 62% di vittime donne) e dell’1,3% (da 2.529 a 2.563) le violazioni del provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
Di Stefano Barricelli – fonte: AGI