Inizia male l’anno il mercato europeo dell’auto. Le vendite in Europa (Ue+Efta-Gb) sono scese del 25,7% a gennaio rispetto allo stesso periodo del 2020, a 842.835 unità. In Italia le immatricolazioni sono calate del 14% a 134.001 unita’.
Il gruppo Stellantis ha immatricolato a gennaio in Eurtopa (Ue+Efta+Gb) 178.565 auto, il 27,4% in meno rispetto allo stesso mese del 2020, quando la fusione tra Fca e Psa non era ancora stata attuata. La quota di mercato è al 21,2% a fronte del 21,7% di un anno fa.
Il Centro Studi Promotor ha rilevato come nei 30 mercati nazionali dell’area sono state immatricolate 842.835 autovetture con un calo rispetto al gennaio 2020 del 25,7%. La contrazione è severa e interessa tutti i mercati nazionali dell’area tranne quelli di Svezia e Norvegia.
In questo contesto va comunque segnalato che il calo del mercato italiano (-14%) è decisamente più contenuto di quello dell’intera Europa Occidentale e, volendo cogliere un altro aspetto positivo, si può segnalare che continua anche nel gennaio 2021 la forte accelerazione in termini di crescita percentuale delle vendite delle vetture elettriche e ibride plug-in (ibride con la spina per la ricarica delle batterie).
Questa positiva evoluzione della composizione della domanda che interessa tutti i paesi dell’area è certamente dovuta ad incentivi molto generosi, ma anche alla crescente consapevolezza da parte degli automobilisti della necessità di contenere le emissioni di CO2.
In valore assoluto gli acquisti di auto elettriche e plug-in non hanno però una consistenza tale da compensare la forte caduta della domanda complessiva. Ne deriva che per sostenere in maniera significativa il mercato dell’auto è ancora indispensabile adottare incentivi per l’acquisto con rottamazione anche di vetture con alimentazione tradizionale.
Nel contesto dell’Europa Occidentale molto pesanti sono pure le situazioni dei cinque maggiori mercati dell’area che fanno registrare cali compresi fra il 51,5% della Spagna e il 5,8% della Francia.
Il secondo miglior risultato nel gruppo dei cinque maggiori mercati, dopo quello della Francia, è quello dell’Italia che, come si è già detto, con due giornate lavorate in meno accusa una contrazione del 14% (-5% a parità di giornate lavorate).
Questo risultato è dovuto agli incentivi previsti dalla Legge Finanziaria che favoriscono l’acquisto non solo di vetture a zero e basso impatto, ma anche di auto con alimentazione tradizionale ed emissioni inferiori a 135 gr di CO2 al km.
Peggiore del risultato medio dell’area è invece quello della Germania che in gennaio accusa un calo del 31,1% dovuto in buona misura al fatto che vi e’ stata negli ultimi mesi del 2020 un’anticipazione di acquisti dovuta ad una riduzione temporanea dell’Iva, riduzione temporanea che e’ venuta meno in gennaio.
Ancora più pesante di quello tedesco è il calo del Regno Unito (-39,5%) dovuto essenzialmente a misure particolarmente severe per contrastare la pandemia. Come in Germania, anche in Spagna vi sono motivi fiscali alla base del calo drastico di gennaio (51,5%). L’aumento della tassa di circolazione entrata in vigore il primo gennaio ha infatti determinato un’accelerazione delle vendite in dicembre che è stata naturalmente scontata all’inizio del 2021.
Fonte: economia agi