Expo Dubai: il primo Global Interfaith Summit apre alla “diplomazia delle religioni”


AGI – Nella giornata mondiale della Tolleranza, la parola che ricorre dì più all’ombra del Padiglione Italia è alleanza. Alleanza tra popoli, fedi e confessioni. Il Commissariato per la partecipazione italiana a Expo 2020 Dubai, congiuntamente con le autorità degli Emirati Arabi Uniti e il Bureau di Expo Dubai, ha dedicato un’intera giornata al dialogo tra religioni, dando vita a un’iniziativa tra le più importanti in programma nell’ambito delle attività di carattere multilaterale.

Il Global Interfaith Summit vuole essere innanzi tutto un’appendice ideale del Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato ad Abu Dhabi quasi tre anni fa da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, in occasione della prima visita di un Pontefice nel Golfo. Ma con un dibattito che ha portato sul palco alcuni tra i massimi rappresentanti delle diverse fedi religiose, l’iniziativa rientra anche nel quadro del corridoio politico e diplomatico aperto dalla Presidenza italiana del G20 e rappresenta un ponte con la Presidenza indonesiana. 

La mattinata è stata aperta dalle Keynote dello sceicco Nahayan Mabarak Al Nahyan, Ministro per la Tolleranza e la Coesistenza degli Emirati Arabi, che ha lanciato la Global Tolerance Alliance, una piattaforma che intende promulgare, attorno a una delle legacy proposte da Expo Dubai, i valori fondamentali della tolleranza e della convivenza pacifica nella comunità internazionale. “Nell’anno del nostro Giubileo d’oro, siamo onorati di contribuire al dialogo internazionale con la promozione di valori così importanti, ereditati dai Padri fondatori del Paese” ha dichiarato durante un discorso interrotto, con qualche minuto si silenzio, dal momento della preghiera.

Dall’Italia è intervenuta Marina Sereni, vice ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha ricordato la declinazione “laica” dei valori della tolleranza sostenuti dal governo italiano nei più recenti consessi internazionali. Quale co-partner del Regno Unito nella CoP26, nell’ottobre scorso, ha accolto a Roma diversi leader religiosi e scienziati per un appello congiunto sul clima. Mentre, a giugno, a Matera, i ministri degli Esteri e dello Sviluppo del G20 hanno riaffermato il loro impegno a porre fine alla fame entro il 2030.

Un dialogo privato con il Ministro della Tolleranza emiratino è stata anche l’occasione per affermare l’importanza della diplomazia degli Affari religiosi tra Italia ed Emirati, al fine di promuovere la conoscenza reciproca, la cooperazione e il multilateralismo. “Siamo pronti a collaborare su questo piano. La diplomazia degli Stati ha la possibilità di dialogare con le religioni per facilitare il confronto e trovare soluzioni più efficaci” ha dichiarato la vice ministra Sereni a margine dell’evento.

All’appuntamento del mattino hanno preso parte anche Muhammad Al Duwaini – Al Azhar Deputy of the Grand Imam; Monsignor Paul Hinder, vicario apostolico per l’Arabia meridionale; Albrecht Freiherr von Boeselager, Gran Cancelliere e ministro degli Affari Esteri dell’Ordine dì Malta; Swami Brahmaviharidas, leader religioso BAPS Hindu Mandir, Abu Dhabi; Rabbi David Shlomo Rosen KSG CBE, direttore internazionale degli Affari Inter religiosi dell’American Jewish Committee; Miguel Angel Moratinos, High Representative for the U.N. Alliance of Civilizations; Surender Singh Kandhari, Chairman, Guru Nanak Darbar Sikh Temple, Dubai e Miguel Angel Moratinos, Alto Rappresentante dell’U.N. Alliance of Civilizations.

L’iniziativa ospitata al Padiglione Italia vuole essere la prima di un percorso di costruzione di ponti ideali tra le diverse culture per dar vita a un terreno comune di confronto, presupposto fondamentale del benessere sociale.

Source: agi