Ex Ilva,offerte presentate, ora via a esame proposte


Confermato: per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, l’ex Ilva, sono arrivate 10 offerte in totale – le manifestazioni di interesse a settembre erano state 15 – di cui 3 per l’intero gruppo AdI con tutti i suoi stabilimenti, e 7 invece per asset specifici. E adesso domincia l’esame delle proposte. Come hanno reso noto oggi i commissari di Acciaierie, Fiori, Quaranta e Tabarelli, sono una cordata e 2 gruppi per l’intera AdI e 3 cordate e 4 offerte singole per alcuni asset messi sul mercato. In particolare, per la totalità del gruppo, che fa leva sugli stabilimenti di Taranto, Genova, Novi Ligure, Racconigi ma anche su altre attività, hanno depositato l’offerta vincolante la cordata Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC; Bedrock Industries Management Co Inc; Jindal Steel International. A quest’ultimo fa capo Vulcan Steel mentre Bedrock è il fondo americano che ha acquisito la canadese Stelco, industria dell’acciaio, l’ha rilanciata e infine rivenduta agli americani di Cleveland Cliffs. Per alcuni pezzi di AdI si sono invece presentati con la loro offerta la cordata CAR Segnaletica Stradale srl, Monge & C. spa e Trans Isole srl; la cordata Eusider spa, Marcegaglia Steel spa e Profilmec spa; la cordata Marcegaglia Steel spa e Sideralba SpA; eppoi le aziende Eusider spa, I.M.C. spa, Marcegaglia Steel spa e Vitali spa.
Il bando lanciato a fine luglio dai commissari prevedeva le manifestazioni di interesse giungessero a settembre e le offerte vincolanti a fine novembre. La prima scadenza è stata confermata, la seconda, invece, posticipata al 10 gennaio e questo, dicono i commissari di AdI, “ha consentito una più ampia partecipazione al processo di presentazione delle offerte”. L’esame delle offerte comincerà da subito. I commissari stimano una settimana di tempo, la prossima, per avere un primo quadro di dettaglio e cominciare ad allineare le varie proposte. “Sebbene il termine stabilito non sia da considerarsi perentorio – dicono i commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli -, eventuali proposte che dovessero pervenire successivamente saranno valutate esclusivamente qualora presentino condizioni particolarmente favorevoli per la procedura in corso. I commissari straordinari si riservano un periodo di tempo congruo per esaminare attentamente tutte le proposte ricevute, con particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti”.
Nella precedente privatizzazione, quella di giugno 2017, condotta da Ilva in amministrazione straordinaria, la gara per gli impianti dell’intero gruppo fu a due: ArcelorMittal da un lato, che era alleato con Marcegaglia che dopo poco uscì dall’operazione, e Acciaitalia dall’altro, cordata, questa, che metteva insieme Jindal, Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e Delfin dello scomparso Leonardo Del Vecchio. Alla fine il gruppo se lo aggiudicò ArcelorMittal, che poi nel 2021 darà vita ad Acciaierie d’Italia con la società pubblica Invitalia partner di minoranza. Lo Jindal allora in partita era lo stesso che sta investendo a Piombino nella costruzione di un forno elettrico, cioè Sajjan Jindal, mentre Vulcan Steel adesso in lizza è guidata da Naaven Jindal, il quale è anche venuto a Taranto ed ha incontrato il sindaco Rinaldo Melucci. “La partecipazione così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana”, dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sull’ex Ilva. “Questa è la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti” sottolinea Urso. Non manifestano invece lo stesso ottimismo i sindacati. Per Rocco Palombella, numero 1 della Uilm, “dalla presentazione delle offerte per l’acquisto dell’ex Ilva non ci sono rilevanti novità rispetto ai mesi scorsi. Vogliamo conoscere al più previsto i dettagli dei piani ambientali, occupazionali e industriali per giudicarne la credibilità e sostenibilità”. “Dobbiamo notare purtroppo – aggiunge Palombella – che gli imprenditori italiani hanno presentato le offerte solo per singoli stabilimenti e noi rimaniamo fortemente contrari allo spezzatino perché porterebbe alla chiusura dei siti. Chiediamo l’immediata convocazione di un tavolo a Palazzo Chigi con Governo e commissari per valutare le offerte presentate e la gestione attuale”. Secondo la Fim Cisl, col segretario nazionale Valerio D’Alò, “questa volta bisogna dare un quadro normativo certo e duraturo. Sicuramente – aggiunge – si tratta di un primo passo in avanti verso quella che potrà essere l’autonomia dell’impresa, ma, rispetto al passato, va governata con regole certe perché gli investimenti che verranno proposti nel piano industriale di chi arriva, possano vedere una continuità nella loro realizzazione. Ci vorrà una sorveglianza forte da parte dello Stato, perché non sono investimenti che prevedono poche risorse e soprattutto non prevedono pochi anni”. Critica infine la Fiom Cgil nazionale. “In un passaggio così delicato come la presentazione delle offerte per l’acquisizione degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, la comunicazione deve avvenire non a mezzo stampa ma attraverso il confronto nelle sedi istituzionali, a partire da Palazzo Chigi, con il sindacato e l’azienda”, dicono i metalmeccanici Cgil. (AGI)