Ex Ilva: ipotesi amministrazione straordinaria


Dopo il no di ArcelorMittal ad un aumento della partecipazione pubblica nella proprietà dell’Ex Ilva si fa strada la possibilità dell’amministrazione straordinaria per il più grande polo siderurgico italiano. “E’ un passaggio estremamente difficile, era chiaro da mesi che ArcelorMittal facesse scelte che poi sono divenute evidenti solo ieri. Si parla di amministrazione straordinaria perché questo consentirebbe di aprire un contenzioso con ArcelorMittal, che ieri ha ribadito di non voler scendere sotto il 50%”, spiega il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci. Poi specifica: “Ieri si parlava di tre ipotesi. C’e’ la liquidazione volontaria, ma è assurda, poi la possibilità di un codice di crisi d’impresa che salvaguarderebbe lavoratori e capitale. Penso alla fine si andrà all’amministrazione straordinaria, che il socio pubblico può chiedere in maniera autonoma”.
La procedura di amministrazione straordinaria consentirebbe di portare avanti una azienda di grandi dimensioni con problemi di liquidità con l’obiettivo di conservarne il patrimonio produttivo. “Il governo e quindi lo Stato è in campo, oggi più che mai, per salvare e rilanciare la siderurgia italiana, anche e soprattutto quella rappresentata dall’ex Ilva di Taranto, da quello che era il piu’ grande sito siderurgico europeo. Se interverremo? Certo che sì”, specifica il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il ministro riferirà in aula in Senato il pomeriggio dell’11 gennaio.
ArcelorMittal ieri ha respinto la richiesta del governo di un aumento di capitale da 320 milioni di euro per ex Ilva con la contestuale salita al 66% della partecipazione statale nell’azienda siderurgica di Taranto. Ieri il colosso finanziario franco indiano – che attualmente detiene il 62% di Acciaierie d’Italia, il 38% invece è in mano pubblica tramite Invitalia – ha reso noto al governo di non voler assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza. Giovedì pomeriggio il governo riceverà i sindacati a Palazzo Chigi per fare un punto della situazione. Il cardinale Matteo Zuppi intanto oggi ha incontrato una delegazione di lavoratori dell’ex Ilva di Taranto. L’appuntamento, fissato già da tempo, ha permesso al cardinale di rinnovare la vicinanza e la solidarietà della Chiesa, che passano innanzitutto da un ascolto attento. In questo momento di incertezza per il futuro, il cardinale ha auspicato che si possano trovare la giusta prospettiva e adeguate soluzioni, coniugando sempre i diritti al lavoro e alla salute.
Il senatore Pd Andrea Martella rende noto di aver “presentato una interrogazione alla presidente del Consiglio per sapere quali iniziative urgenti intenda adottare il governo per salvaguardare la continuità operativa degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia di Taranto, nonché quelli di Genova e di Novi Ligure, e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e l’aiuto alle imprese dell’indotto”. ​​​​
Il segretario della Fiom Cgil, Michele De Palma, fa sapere: “Noi andiamo al tavolo con il governo per dire che si è perso troppo tempo finora. Per salvare l’azienda è necessario mettere in sicurezza lavoratori, impianti ed ambiente”.​​​ (AGI)
MAN