Ex Ilva: i sindacati scrivono a premier Meloni per incontro


I vertici nazionali dei sindacati metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm tornano in pressing sul Governo attraverso una nuova richiesta d’incontro formulata con una lettera dai segretari generali Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella. Destinatari della lettera, la premier Meloni, il sottosegretario alla presidenza Mantovano, i ministri Urso, Calderone, Fitto e Giorgetti. Le sigle metalmeccaniche chiedono “la convocazione di un incontro per proseguire l’aggiornamento della situazione del gruppo Acciaierie d’Italia in AS – ex Ilva – in ragione dell’aggravarsi delle condizioni sociali e industriali in mancanza di una prospettiva di rilancio di lungo periodo”. AS sta per amministrazione straordinaria. E oggi la Fiom, col responsabile nazionale della siderurgia Loris Scarpa, dichiara che “domani al Ministero del Lavoro inizia la discussione sulla procedura di cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva. Come Fiom-Cgil avevamo chiesto che i manutentori fossero utilizzati per gli interventi ordinari e straordinari negli impianti, come peraltro previsto dalla normativa modificata nei mesi scorsi. Ora, invece, più del 50% dei lavoratori del gruppo viene messo in cassa integrazione. I commissari straordinari dicono in tutte le iniziative pubbliche che aumenterà la capacità produttiva, da qui a ottobre, e decidono di avviare la cassa integrazione per 5.200 lavoratori, che in questo modo interesserebbe circa 7.400 lavoratori, considerati anche quelli dell’llva in AS”. Per Scarpa, che fa riferimento anche alle vicende di Piombino, “la siderurgia italiana ed europea è nel bel mezzo di un cambiamento epocale e di stravolgimenti geopolitici, da queste vertenze si può uscire solo con il lavoro, diversamente, l’industria italiana rischia di andare fuori mercato e di essere irrilevante sullo scenario globale”. (AGI)