Eurozona, crollano prezzi produzione, il calo energia pesa più della stretta Bce


Investing.com – Gli aumenti dei tassi decisi dalla Bce si fanno sentire sull’economia europea, tuttavia a incidere sul crollo dei prezzi alla produzione è in larga parte la flessione degli energetici. A settembre 2023 i prezzi alla produzione registrano il calo più forte di sempre nell’Eurozona, diminuendo del 12,4% su base annua rispetto al -11,5% del mese precedente e contro il -12,5% del consensus.

L’impatto maggiore sul record negativo è quello dei prezzi alla produzione nel settore dell’energia che a settembre calano del 31,3% rispetto allo stesso mese di un anno fa. Calo anche per i beni intermedi (-4,8% anno su anno), mentre aumentano i prezzi alla produzione per i beni strumentali (+3,9%), per i beni di consumo durevoli (+4,3%) e non durevoli (+5,5%). Se si esclude l’energia i prezzi dell’industria totale sono aumentati dello 0,4% su base annua.

Per quanto riguarda la divisione dei dati nei vari Paesi con l’euro, i maggiori cali annuali dei prezzi alla produzione industriale sono stati registrati in Irlanda (-38,9%), Bulgaria (-32,0%) e Italia (-18,3%). Gli aumenti annuali più pesanti, invece, sono stati registrati in Lussemburgo (+23,8%), Ungheria (+7,1%) e Slovenia (+3,1%).

Su base mensile, i prezzi alla produzione hanno rallentato a settembre, in crescita dello 0,5% rispetto allo 0,7% di agosto, in linea con le attese degli analisti. Il dato arriva dopo che ieri l’economia europea aveva messo a segno un altro record negativo, con l’indice pmi composito, uno dei principali indicatori dello stato di salute economica, che a ottobre è sceso a 46.5 punti dai 47.2 di settembre, segnalando la peggior contrazione in quasi 3 anni.

Di Alessandro Borgonzi – fonte: https://it.investing.com/