“Il pluralismo è nel Dna del Pd. Le aree politiche, se producono idee, sono un bene prezioso. Le correnti, intese come soggetti che trattano sul potere, sono invece un male da superare”, proesegue Bettini. “In tutta la mia vita – rivendica – non ho mai alimentato una corrente. E oggi, se scelgo i candidati ricordati prima, non è certo per aggregare catene di comando. Tarquinio è un indipendente, e tale rimarrà. Ricci condivide solo in parte le mie posizioni ed è libero da ogni appartenenza correntizia”.
“Arrivare alla pace è una priorità assoluta. Il mondo si sta incendiando attorno a noi. Se si pronuncia la parola ‘pace’ come un valore assoluto che non va condizionato da troppi se e ma potremo arrivare con più probabilità a far tacere le armi. Perché, se dici pace, spingi verso una trattativa e un compromesso giusto. Se usi un linguaggio guerresco, alla fine seminerai solo odio, trasformando tutti i tuoi avversari in subumani, meritevoli di morire. È nella logica dei conflitti. Questo – osserva ancora – non significa ammorbidire la condanna a Putin, o giustificare il sanguinario terrorismo di Hamas. Piuttosto, significa combatterli meglio, imponendo il tuo terreno e non subendo il loro. È la pace che deve ispirare la geopolitica e non la geopolitica ridurre l’aspirazione alla pace”.
“Le posizioni di Tarquino su questo tema fanno discutere?
È naturale. Che siano un contributo prezioso, a mio giudizio, è indiscutibile. Siamo un partito pluralista, ogni sintesi del gruppo dirigente sarà più ricca – torna a ribadire Bettini – se si esprimono liberamente sensibilità diverse, a patto che siano autentiche. Su questi argomenti, la radicalità di Tarquinio è un’eco vivida dei sentimenti del Papa”. (AGI)