Eolico: Legambiente, con porto Augusta tassello transizione

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“Dopo quello del Tyrrhenian Link, è stato messo nel posto giusto un altro tassello della transizione energetica del Paese che individua la Sicilia quale una delle regioni trainanti di questa trasformazione”: lo afferma Legambiente in merito alla designazione del porto di Augusta nell’ambito della creazione del polo strategico nazionale per la progettazione, produzione e assemblaggio di piattaforme galleggianti per lo sviluppo della cantieristica navale finalizzata alla produzione di energia eolica in mare, di cui faranno parte anche la Puglia e il Lazio rispettivamente con i porti di Taranto, Brindisi e Civitavecchia. “Che un porto siciliano faccia parte del polo strategico nazionale per lo sviluppo dell’eolico offshore – dice Anita Astuto, responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia – significa gettare le basi per una solida strategia di decarbonizzazione, grazie alle potenzialità di questa tecnologia che permetterà di produrre grandi quantità di energia rinnovabile anche nel mar Mediterraneo riducendo sempre più la dipendenza dalle fonti fossili; che poi questo porto sia proprio quello di Augusta assume un significato ancora più ampio perché va nella direzione di quella che chiamiamo ‘Giusta Transizione’: un’opportunità di riscatto sociale, economico e ambientale per un territorio, tristemente noto per essere Sito di Interesse Nazionale, fortemente compromesso da un modello industriale inquinante fondato sulle fonti fossili e che da 35 anni è in attesa di bonifica, compresa l’area a mare che si estende per 10.129 ha e che comprende anche Punta Cugno, area sud del Porto di Augusta, per la quale si prevede con questo decreto il dragaggio dei fondali. Questo significa avere l’opportunità di avviare finalmente con decisione la bonifica del SIN di Priolo, partendo proprio da Punta Cugno, dando un segnale forte alle comunità che vivono nelle aree a rischio ambientale e provate da gravi problematiche sanitarie (il sito di Priolo è inserito dal 2013 nel Piano di Sorveglianza della Regione Siciliana) che la transizione energetica è ormai avviata”. “Crediamo che la transizione energetica vada sostenuta e pretesa dalle comunità locali – dichiara Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – perché si realizzi seguendo la rotta della giustizia ambientale e sociale, come stiamo chiedendo con forza attraverso la campagna Ecogiustizia Subito e al Patto di Comunità che abbiamo cominciato a costruire insieme a Libera, ACLI, ARCI, Agesci, Caritas. La filiera relativa all’eolico offshore insieme alle altre filiere delle tecnologie rinnovabili e dell’economia circolare – prosegue Castronovo – può rappresentare uno degli sbocchi occupazionali chiave del reimpiego dell’intero comparto industriale metalmeccanico che nell’ottica della riconversione industriale del polo siracusano sarebbero in uscita dalle attività della filiera petrolifera, oltre a fornire opportunità lavorative per i troppi giovani siciliani con competenze tecniche al momento spendibili lontano da casa”. La notizia del Porto di Augusta nel polo strategico nazionale dell’eolico offshore “dimostra che quando le istituzioni locali, regionali e nazionali lavorano in sinergia, si possono mettere in campo azioni di lungo respiro che aprono grandi opportunità per le giovani generazioni e per il futuro della Sicilia”. (AGI)
FAB


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