Energia:Descalzi,transizione irreversibile,Europa sia pragmatica


“La transizione energetica è irreversibile, indispensabile e sacrosanta ma se non riusciamo ad attirare capitale privato in questo processo e pensiamo di farlo solo con i sussidi, creiamo un danno a tutto il sistema”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, ospite alla trasmissione “In Mezz’ora”. A suo giudizio, “dobbiamo riuscire a non vincolare il sistema, ad aprire al capitale privato e Bruxelles deve avere questa visione che significa guardare al futuro senza dimenticare però il presente”. In questo senso, si possono definire “tecnologie, obiettivi e tempi” ma ha spiegato Descalzi, “i soldi devono metterli i capitali privati e se dai degli obiettivi devi dare la possibilita’ a ogni attività industriale di ottimizzare gli strumenti finalizzati a raggiungere tali obiettivi, e di farlo in modo libero”. Descalzi ha ricordato che ora si parla di “neutralita’ tecnologica” ma ha invitato a “fare un ulteriore salto concettuale, si deve dare priorità a quegli strumenti, vettori e tecnologie che sono già pronte e che decarbonizzano”. L’Eni, ha ricordato Descalzi, oltre 10 anni fa ha cominciato a investire “massicciamente nei biocarburanti, a sostituire il petrolio con rifiuti o prodotti agricoli non in competizione con la filiera alimentare, a creare insomma una filiera completamene diversa dal petrolio”. Ad esempio, ha proseguito, “abbiamo investito moltissimo per convertire raffinerie in bioraffinerie e ci siamo mossi per tempo con spirito imprenditoriale senza aspettare che venisse data una direzione”.
Ma ora, ha proseguito, è importante che a livello europeo si acquisisca un certo “pragmatismo anglosassone” che significa “dare la capacità alle imprese, controllandole, a sviluppare l’attitudine imprenditoriale e ad attirare capitale privato. Non possiamo pensare – ha detto Descalzi – e i costi dell’energia lo testimoniano, di dare sussidi su sussidi perché fanno parte di un sistema che atrofizza la capacità imprenditoriale. Dobbiamo invece alzare la testa, levarci ogni tipo di dogma e ideologia e fare le cose necessarie per aiutare la società”. In altri termini, “dobbiamo controllare le imprese ma non mettere vincoli come se dovessimo controllare un nemico perché le imprese non sono nemiche. Producono ricchezza e creano anche posti di lavoro se ci sono le sinergie giuste”. (AGI)

PIT