L’Autorità portuale del Mar Ionio (Taranto) ha lanciato oggi un avviso pubblico esplorativo finalizzato a cercare gruppi interessati a realizzare in un’area a mare – non usata né per la navigazione, né per altre finalità – e a terra un grande parco fotovoltaico. Un parco che sfruttando l’energia solare assicuri energia pulita al porto per le esigenze della stessa Authority, delle infrastrutture e degli operatori. Le aree demaniali che l’Authority mette a disposizione sono una di superficie di circa 23 ettari ed un’altra in mare di circa 70. Quasi cento in totale. “È un invito rivolto al mercato – spiega ad AGI Sergio Prete, presidente dell’Authority – e non ha scadenze temporali. Vedremo chi si proporrà”. “L’istanza – è detto nell’avviso – potrà avere ad oggetto sia l’intera area a disposizione che una porzione di essa in relazione alla soluzione individuata dal richiedente che dovrà comunque soddisfare almeno le esigenze proprie dell’AdSP MI e tener conto dei realizzandi impianti di cold ironing in area pubblica (Molo San Cataldo) e dei fabbisogni delle imprese portuali”. L’istanza per ottenere l’autorizzazione agli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili offshore e onshore, andrà presentata al ministero dell’Ambiente. Nel procedimento, l’Authority esprimerà il suo parere. La valutazione delle proposte avverrà sulla base dell’innovatività delle soluzioni tecnologiche avanzate – questo anche per garantire il minor impatto ambientale delle opere -, della tariffa dell’energia per l’Authority, per l’approvvigionamento degli impianti di cold ironing su area pubblica (molo San Cataldo) e per le imprese del porto, della modalità di utilizzo dell’eventuale ulteriore energia prodotta per gli usi non previsti, nonché del tempo di realizzazione e messa in esercizio dell’impianto. L’avviso pubblico non è nuovo. Fu già lanciato a marzo 2023 ma con un ricorso prima al Tar di Lecce e poi al Consiglio di Stato, la Nicetechnology di Taranto ne chiese l’annullamento, sostenendo di essersi mossa verso il ministero dell’Ambiente ben prima che lo facesse l’Authority. Ma per i giudici del Consiglio di Stato la tesi secondo cui la domanda di autorizzazione unica presentata al Mase l’8 agosto 2022 dalla Nicetechnology “genererebbe un ‘effetto prenotativo’ sull’area demaniale interessata dal progetto, non può essere condivisa, dato che non è neppure ipotizzabile che un’area demaniale sia assegnata senza preventiva individuazione di criteri”. E “l’avviso pubblico impugnato – ha dichiarato il Consiglio di Stato – rientra pienamente nella competenza dell’Autorità di sistema portuale”. (AGI)