Elezioni: Calenda, ‘avanti con Draghi e larga coalizione per paese al sicuro, no salti buio’

Roma, 10 ago. (askanews) - "Se gli italiani voteranno per me il primo obiettivo sarà cercare di tenere con la coalizione più riformista possibile Mario Draghi a Palazzo Chigi". Lo ha detto il segretario di Azione Carlo Calenda intervistato ad Omnibus su La7. "Sappiamo che Draghi è la persona più brava che c'è" ha sottolineato. "Io - ha anche detto - non semino zizzania, racconto le cose come sono avvenute con totale candore", "non sono brusco ma netto. "Letta ha fatto il patto con Fratoianni-Bonelli ed ha fatto una scelta legittima: quello che Letta non può dire è che non sapesse, ha fatto una scelta totalmente consapevole" ha aggiunto. "Enrico non ti ho mai attaccato sul profilo personale, non ho mai detto sei un leader irresoluto, Letta viene da una scuola politica del 'tutti dentro' ma io no, stimo Letta, spero che il Pd vada bene, stimo Emma Bonino e spero che +Europa vada bene". Per quanto riguarda i contatti con Matteo Renzi, Calenda dice che "non è fissato un incontro oggi, ma ci sentiamo, stanno lavorando gli staff", "stiamo lavorando su una lista unica con una chiara indicazione sulla leadership. Qual è? Non lo dico prima che sia chiuso l'accordo. Mara Carfagna? Avrebbe le capacità, ma lo vedremo... Abbiamo raggiunto su questi punti l'accordo, ci sono tutte le premesse per chiudere ma il diavolo si sa si nasconde nei dettagli".


Roma, 27 ago. (Adnkronos) – “Quando l’Ue è debole l’Italia finisce sotto attacco speculativo. Le armi della Bce sono più selettive e condizionate. Tutto porta a ritenere che l’unica soluzione per tenere il paese al sicuro è andare avanti con Draghi e una larga coalizione. Non è tempo di salti nel buio”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.

“La posizione della banca centrale americana – rimarca in un altro tweet – rende il quadro economico più severo anche per l’UE e l’Italia. Fare promesse costose/irrealizzabili accelera l’uscita dal nostro debito degli investitori. Rimettere in discussione gli impegni europei è più pericoloso che mai”.