Editoria: prima industria culturale Italia,affari 3,4 mld(+1,1%)


Le vendite del mercato ‘trade’, compresi e-book e audiolibri e libri a stampa venduti in canali come saloni, festival e punti di vendita minori, sono stati nel 2023 pari a 1.913 milioni di euro. A questi si aggiungono il settore educativo (scolastico, parascolastico e universitario), che vale 1.031 milioni di euro, di cui 794 milioni le adozioni scolastiche. E il settore professionale, che vale 565 milioni di euro. L’export di libri italiani all’estero 51 milioni, in leggera crescita rispetto allo scorso anno (+2%). Sono numeri che si traducono in 70mila addetti del mondo del libro in Italia, compreso l’indotto, oltre tremila librerie sul territorio nazionale, e 5.308 editori attivi. Quanto ai primi sei mesi del mercato ‘trade’, è in calo dello 0,1% rispetto al 2023, con vendite pari a 675,8 milioni di euro. Le copie vendute sono pari a 46,1 milioni, in calo di 0,9 milioni rispetto all’anno precedente ma in crescita di 6,7 milioni rispetto al 2019. Per quanto riguarda poi i generi, da segnalare che continua la crescita della narrativa, in particolare quella di autori italiani (+5,4%), ma anche quella straniera (+3,1%), avanza la manualistica (+1%) mentre segnano una battuta di arresto i fumetti (-4,8%), i libri per bambini e ragazzi (-2,8%), la saggistica generale(-3%) e quella specializzata (-1,6%). Nella top 10 dei libri più venduti ci sono nove autrici e autori italiani, e lo svizzero Joël Dicker al primo posto. Circa invece i canali di vendita, le librerie ‘”fisiche” raggiungono il 53,7% delle vendite e continuano il recupero avviato dopo la crisi del 2020, quando pesavano per il 49,1%. L’online pesa per il 41,7% (in leggero calo), la grande distribuzione il 4,6% (in calo). Quanto alla produzione, nel 2023 sono stati pubblicati in Italia 85.192 titoli di libri a stampa. La crescita della proposta annuale – triplicati rispetto al 1988 – si accompagna all’ampliamento del catalogo vivo, oggi pari a 1,5 milioni di titoli, grazie alle possibilità fornite dal commercio elettronico di rispondere a una domanda sempre più frammentata e varia. Degli oltre 85mila titoli pubblicati nel 2023 (di cui 13mila autopubblicati), 69mila sono di editoria ‘trade’, 3.400 sono testi scolastici. A questi numeri vanno aggiunti quelli della produzione digitale. Il catalogo degli e-book è oggi pari a 619mila titoli, 32mila di questi disponibili in versione accessibile a persone cieche e ipovedenti certificata da Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili. Gli e-book prodotti nel 2023 sono 38.400, nel 60%dei casi si tratta della versione digitale delle novità pubblicate a stampa. C’è poi il capitolo internalizzazione L’Italia del libro è impegnata da oltre vent’anni in un percorso di internazionalizzazione della sua editoria che l’ha portata a più che quadruplicare i diritti di traduzione venduti all’estero rispetto al 2001 (1.800) e che, nel 2023, sono stati 7.838. I diritti di traduzione comprati all’estero erano 5.400 nel 2001 e sono stati 9.328 nel 2023. L’editoria italiana si conferma prima industria culturale del Paese con un giro d’affari (valore del venduto) pari a 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente (+1,1%). Lo dice l’AIE, l’associazione italiana editoria, presentando il Rapporto sullo stato di salute del settore redatto dal suo ufficio studi alla vigilia della Buchmesse di Francoforte, il più importante appuntamento editoriale-libraio mondiale. Appuntamento dove l’Italia si presenta come Paese ospite d’onore con un numero di diritti di traduzione venduti nel 2023 all’estero che sfiora gli ottomila e un export di libri italiani all’estero in crescita. Nel computo sono compresi il mercato ‘trade’ (1,9 miliardi), la scolastica, l’editoria professionale e universitaria, l’export, le vendite alle biblioteche. I numeri dei primi sei mesi del 2024 riferiti invece al solo mercato ‘trade’ (saggi e narrativa venduti nelle librerie, online e nella grande distribuzione) evidenziano una stagnazione del mercato, con vendite pari a 675,8 milioni di euro, in calo dello 0,1% rispetto all’anno precedente. In calo di quasi un milione (900mila) nei primi sei mesi le copie di libri vendute, che raggiungono quota 46,1 milioni. Rispetto al 2019 la crescita è di 6,7 milioni di copie. l’Aie si presenta alla Buchmesse con un numero di diritti di traduzione venduti nel 2023 all’estero che sfiora gli ottomila e un export di libri italiani all’estero in crescita. Gli oltre 3 miliardi di euro (3.439 milioni) di venduto attestano l’editoria italiana come quarta in Europa – dietro a Germania, Regno Unito e Francia – e sesta nel mondo. Il valore della spesa dei lettori è superiore, in Italia, a quello dei consumatori per le pay tv, a quello per la tv in chiaro (canone tv), videogiochi, musica e cinema. Le coedizioni con editori stranieri, nel 2023, sono state pari a 1.845. Il sistema Paese si avvale di sostegni alle traduzioni da parte del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Centro per il libro e la lettura, pari a circa un milione di euro l’anno. La visibilità all’estero è supportata attraverso un piano annuale sviluppato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con AIE, che include partecipazioni a fiere estere e azioni di incoming alle principali manifestazioni fieristiche italiane. L’Italia, dove ogni anno si tiene la Bologna Children’s Book Fair, vende all’estero soprattutto diritti di edizione di titoli per bambini e ragazzi, e sono stati 2.325 nell’ultimo anno. Anche la maggior parte di coedizioni internazionali, ovvero 1.350 su 1.845, si concentra in questo settore. Nella classifica per generi dei diritti di titoli più venduti all’estero, seguono narrativa (1.951), saggistica generale (1.420) e specializzata (986) e poi, ancora, libri di religione (429), manualistica pratica (410), fumetti (291), libri d’arte e illustrati (26). In merito alle aree geografiche, la vendita di diritti verso altri Paesi europei è la maggioranza assoluta, con il 65,8% dei contratti siglati. Segue l’Asia (15,3%), il Medio Oriente (6,1%), il Sud America (5,8%), il Nord America (3,6%), l’Africa (1%) e il Pacifico (0,6%). Nell’1,7% dei casi l’area geografica non è indicata. (AGI)