Il settore delle costruzioni, in crisi da diversi anni, nel 2020 ha visto un crollo complessivo degli investimenti del 10% sia nell’edilizia abitativa che in quella commerciale e non-residenziale. Nel comparto, afferma il presidente Carmelo Finocchiaro “servono oltre 250.000 nuovi occupati. A rischio lavori pubblici e superbonus. Confedercontribuenti chiede un censimento dei lavoratori dell’edilizia che fruiscono del reddito di cittadinanza e di sussidi vari per sospenderli immediatamente e avviare la gente al lavoro”
di Ettore Minniti*
Il settore edilizia è sempre stato nell’ultimo decennio un settore in perenne crisi. Ciò nonostante, il 2019 aveva dato segnali positivi con una crescita nelle nuove costruzioni abitative (+5,4%) e nelle opere pubbliche non residenziali (+3%).
In controtendenza, il 2020 per l’edilizia nostrana è stato un anno in profondo rosso, colpito dalla crisi economica e sociale scaturita dalla pandemia da Covid-19. Un settore in crisi da diversi anni, ma che nell’ultimo periodo lo ha visto sprofondare verso abissi infiniti difficilmente colmabili.
Un crollo complessivo degli investimenti del 10% nell’ultimo anno che ha colpito indistintamente sia per l’edilizia abitativa, sia per quella commerciale e non-residenziale.
A questo aggiungiamo, come sostengono le associazioni di categoria, un crollo dei permessi per le costruzioni, diminuiti nei primi sei mesi del 2020 del 13,6% per le nuove abitazioni e del 39 per l’edilizia non residenziale.
Uno spiraglio di luce era previsto per gli anni 2021 e 2022. Secondo le stime di settore dell’associazione, si prevedeva un +8,6% per gli investimenti in costruzioni e un effetto sull’economia di quasi +2% di prodotto interno lordo.
La crescita è però fortemente condizionata dall’apertura dei cantieri, che dovrebbero portare a un +7,7% per le costruzioni di opere pubbliche. Fattore determinante per questa auspicata ripresa è rappresentato dal Superbonus del 110% che dovrebbe portare un +14% per le attività legate alla manutenzione degli edifici. Un investimento di circa 6 miliardi l’anno a carico dello Stato, con un effetto totale sull’economia pari a 21 miliardi di euro.
Morale della favola: un incremento di circa 64.000 posti di lavoro nelle costruzioni. Tutte rose e fiori, pronti a brindare? Le cose però vanno male. La Confedercontribuenti lancia l’allarme.
“Il settore delle costruzioni cerca manodopera. Servono oltre 250.000 nuovi occupati. A rischio lavori pubblici e superbonus. Confedercontribuenti chiede un censimento dei lavoratori dell’edilizia che fruiscono del reddito di cittadinanza e di sussidi vari per sospenderli immediatamente e avviare la gente al lavoro”. A chiederlo il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, che aggiunge “come sia grave mettere in crisi un settore fondamentale per la ripresa a causa di una scellerata politica dei sussidi voluta in questo Paese da forze che hanno alimentato solo la voglia di non lavorare. Il governo intervenga anche prorogando i termini di scadenza del superbonus legato a queste difficoltà di trovare gente che voglia lavorare”.
Un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato. Il settore abitativo e non residenziale, comprese le strutture alberghiere ed extralberghiere, rappresentano un volano per il rilancio dell’economia. Sono 7 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030; in alcuni di questi obiettivi l’edilizia può contribuire in maniera significativa.
Gli edifici dovranno essere punti di riferimento per un cambiamento con integrazione strutturale, tecnologica ed ambientale tra edifici, infrastrutture e spazi aperti alla ricerca di un nuovo equilibrio tra le esigenze dell’uomo e quelle dell’ambiente naturale sostenibile.
Al grido di allarme lanciato da Confedercontribuenti, per non perdere un treno che difficilmente potrà ritornare, occorre che corrisponda un serio impegno del Governo per evitare quello che potrebbe preannunciarsi come un disastro annunciato.
*segretario nazionale di Confedercontribuenti