L’embargo incompleto del petrolio
Il 31 maggio 2022 i paesi dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sull’embargo degli acquisti di greggio e prodotti petroliferi dalla Russia, con l’obiettivo di privare il regime di Vladimir Putin di una delle sue principali fonti di entrate finanziarie. La misura, che arriva dopo settimane di difficili trattative, entrerà in vigore entro sei mesi e contiene un’esenzione temporanea per il greggio fornito attraverso gli oleodotti, in particolare il Družba, che trasporta petrolio per circa quattromila chilometri dalla Russia all’Ucraina, all’Ungheria, alla Polonia e alla Germania. Quest’eccezione è stata inserita per garantire all’Ungheria, alla Slovacchia e alla Repubblica Ceca un periodo di tempo ulteriore per liberarsi delle forniture di greggio del Cremlino. Sarà vietato, inoltre, assicurare le navi che trasportano greggio russo.
Escludere gli oleodotti dall’embargo era il principale obiettivo del primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha messo a lungo il veto a qualsiasi accordo. Il governo di Budapest ha anche ottenuto la garanzia di forniture straordinarie nel caso in cui il Družba dovesse bloccarsi a causa della guerra in Ucraina. In realtà il 2 giugno gli ambasciatori dell’Unione europea hanno definitivamente approvato le nuove sanzioni facendo un’altra concessione a Orbán, che ha nuovamente minacciato il veto per far togliere il patriarca Kirill, capo della chiesa ortodossa di Mosca, dalla lista nera dell’Unione.
L’accordo sul greggio ha aperto la strada all’approvazione del sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. Tra le altre misure c’è l’esclusione della Sberbank, la più grande banca russa, dallo Swift, il sistema di messaggistica che assicura i pagamenti internazionali, oltre a nuove restrizioni che colpiscono tre emittenti televisive di stato e circa cento oligarchi, funzionari e militari nella lista nera dell’Unione europea. Adesso molti si chiedono quanto quest’embargo danneggerà la Russia, considerando il fatto che entrerà in vigore gradualmente entro la fine del 2022 e prevede ampie deroghe, scrive Die Zeit. Nonostante i punti deboli, osserva il settimanale tedesco, l’accordo in qualche modo è destinato a indebolire il Cremlino. “Quanto più l’Europa si rende indipendente dalle fonti d’energia russe, tanto più la situazione del regime di Putin peggiora e di conseguenza la sua capacità di tenere in vita l’economia e vincere la guerra”. Nonostante le ricche esportazioni di materie prime, l’economia russa è povera e arretrata: vale grosso modo quanto quella della Bulgaria (il paese più povero dell’Unione europea) e dipende totalmente dall’estero per qualunque tecnologia, mentre gran parte della popolazione attiva lavora grazie al settore pubblico. Paradossalmente la Russia potrebbe ricevere un ulteriore colpo da un settore finora evitato dalle sanzioni, quello del gas. Come ha ricordato l’investitore George Soros al recente Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera, nel campo della posizione della Russia è meno forte di quello che vuol far credere Putin. Il Cremlino minaccia continuamente i paesi europei (in particolare l’Italia e la Germania, che sono i suoi principali clienti) di tagliare le forniture di gas. E dopo Finlandia, Polonia e Bulgaria, l’ha fatto con i Paesi Bassi, a cui si potrebbe aggiungere presto la Danimarca. Ma in una lettera inviata al presidente del consiglio italiano Mario Draghi, Soros ha ricordato che l’Unione europea è anche un mercato fondamentale per il Cremlino. “Secondo alcune stime la capacità della Russia di immagazzinare il gas dovrebbe esaurirsi il prossimo luglio. Dal momento che l’Europa è il suo unico mercato, se smette di rifornirla, dovrà chiudere i giacimenti in Siberia. È un’operazione che richiede tempo. Inoltre, una volta chiusi, non sarà facile riaprire i giacimenti, perché le attrezzature russe sono obsolete”. Mosca inoltre non può nel breve termine rivolgersi ad altri compratori, perché non ha i gasdotti per servirli. Anche senza embargo, gli acquisti di gas russo da parte dell’Europa sono destinati a ridursi grazie agli accordi siglati dai diversi governi (per esempio quello dell’Italia con l’Algeria). Secondo Leon Izbicki, analista della società di ricerca britannica Energy Aspects, “quest’anno le forniture di gas russo all’Europa dovrebbero scendere a circa 98 miliardi di metri cubi, contro i 141 dell’anno scorso”.
Stati Uniti
Senza braccianti
“La diminuzione dei migranti irregolari provenienti dal Messico, la principale componente della forza lavoro che da sessant’anni assicura la raccolta dei prodotti agricoli in California, sta costringendo i coltivatori locali ad assumere lavoratori stranieri regolari pagati meglio e a sperimentare l’automazione”, scrive il New York Times. I motivi dietro il calo sono diversi: “L’invecchiamento della popolazione messicana ha ristretto il numero di persone disposte a emigrare negli Stati Uniti; la relativa stabilità finanziaria del paese dopo le crisi degli anni ottanta e novanta ha ridotto la spinta a cercare lavoro all’estero; lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti ha fatto calare la domanda di operai edili; i controlli più severi al confine tra i due paesi, soprattutto durante la presidenza di Donald Trump”. La conseguenza è che gli arrivi negli Stati Uniti diminuiscono dal 2007. Secondo alcune stime, in California il calo è stato del 10 per cento tra il 2010 e il 2018, e si è fatto sentire soprattutto nel settore agricolo. Il ministero dell’agricoltura ha calcolato che tra il 2017 e il 2018 gli immigrati irregolari impiegati nella raccolta di prodotti agricoli nello stato costituiva il 36 per cento del totale, in netto calo rispetto al 66 per cento stimato dieci anni prima. Si è registrato anche un invecchiamento della forza lavoro impiegata nelle campagne: la quota di braccianti sotto i 25 anni è calata dal 25 al 7 per cento.
“Molti statunitensi speravano che quella in arrivo sarebbe stata la prima estate normale dopo due anni di covid-19. Ma probabilmente non lo sarà a causa della carenza di lavoratori”, scrive il Wall Street Journal. L’agricoltura, infatti, non è l’unico settore che ha difficoltà a trovare manodopera. “A Phoenix, in Arizona, meno della metà delle piscine pubbliche è aperta, perché non ci sono abbastanza bagnini. Sulle coste del Maine i treni che vanno verso le spiagge sono fermi perché non si trovano macchinisti. In tutti gli Stati Uniti i ristoranti delle località turistiche sono aperti a orario limitato a causa della carenza di personale”. Si potrebbe pensare che in un mercato simile per i lavoratori sia più facile trovare un’occupazione e soprattutto guadagnare di più, aggiunge il quotidiano statunitense. “Ma in realtà non c’è stato finora un cambiamento radicale nei rapporti tra aziende e dipendenti. La quota di ricchezza nazionale destinata al lavoro è grosso modo la stessa rispetto al periodo precedente la pandemia. In altre parole, i lavoratori statunitensi non stanno ricevendo più di prima, nonostante i salari più alti offerti per far fronte alla carenza di manodopera. Secondo il ministero del commercio, nel primo trimestre del 2022 i salari hanno rappresentato il 62,9 per cento del reddito nazionale, non molto di più del 62,7 per cento registrato nel quarto trimestre del 2019, poco prima dell’inizio della pandemia”.
Francia
Come leggono i giovani
“La diffusione degli smartphone non impedisce agli adolescenti di continuare a leggere i libri, e le case editrici si stanno adattando alle nuove abitudini dei ragazzi”, scrive Le Monde. “Gli adulti credono che gli adolescenti siano stati sacrificati sull’altare di internet e degli smartphone, con lo schermo come unica prospettiva culturale, ma non siamo di fronte a una generazione perduta per la lettura”. Secondo un’indagine pubblicata a marzo dalla società di ricerche di mercato Ipsos per conto del Centre national du livre (Cnl, un’agenzia legata al ministero della cultura francese), il 93 per cento dei ragazzi francesi tra i 7 e i 25 anni dice di leggere nel tempo libero per piacere personale. In media hanno letto cinque libri negli ultimi tre mesi. Tra i bambini e gli adolescenti (le persone di età compresa tra i 7 e i 19 anni) l’83 per cento legge per svago, in crescita rispetto al 78 per cento registrato sei anni fa. Certo, il tempo passato davanti a uno schermo resta preponderante, continua il quotidiano: “I ragazzi tra i 7 e i 25 anni trascorrono in media tre ore e cinquanta minuti al giorno sugli schermi, rispetto alle tre ore e quattordici minuti dedicate alla lettura ogni settimana”.
È interessante capire da quali libri sono attratti i ragazzi. Secondo lo studio della Ipsos, tra i più piccoli è decisiva l’identificazione con i personaggi. Violette, 15 anni, racconta di aver visto i primi tre film della saga After dopo averne sentito parlare su TikTok. “Mi sono subito identificata con l’eroina Tessa”, racconta, “e ne sono diventata una tale fan che ho letto i cinque volumi dell’edizione francese”. Tra i più grandi prevalgono le storie caratterizzate da distopia, ucronia e fantasia. Le previsioni di mercato confermano l’interesse per i libri. Secondo la società di ricerca The Business Research Company, nel 2022 il mercato globale dei libri per bambini e giovani adulti dovrebbe aumentare di quasi il 5 per cento, a 10,6 miliardi di euro. In Francia la crescita dovrebbe essere addirittura a doppia cifra: l’istituto Gfk sostiene che nel 2021 le vendite di fumetti, manga, romanzi per ragazzi tra gli 8 e i 12 anni e quelle di romanzi per ragazzi più grandi sono aumentate del 56 per cento, a oltre 83,6 milioni di copie vendute. Il mercato dei manga, in particolare, è raddoppiato.
Fonte: Internazionale