Economia europea: la Commissione taglia le stime di crescita. “Troppe incertezze”


di Gianni Borsa

Ancora una volta… regna l’incertezza. Questo, in estrema sintesi, il messaggio inviato dalla Commissione europea con le Previsioni economiche d’inverno, illustrate a Bruxelles giovedì 15 febbraio. I conflitti in Ucraina, nel Medio Oriente e nel Mar Rosso, l’altalena del settore energetico, l’inflazione: sono alcuni degli elementi che impongono prudenza e che comunque lasciano intravvedere mesi di economia europea tutt’altro che “esuberante”. Un dato positivo giunge almeno dal mercato del lavoro che, mediante nei 27 Paesi Ue, sembra per ora reggere alla frenata del Pil.

“Situazione più debole del previsto”. “Dopo la crescita modesta dello scorso anno, l’economia dell’Unione europea è entrata nel 2024 in una situazione più debole del previsto”. Le Previsioni economiche esordiscono così, rivedendo le cifre della crescita: quest’anno il Pil si assesterebbe allo 0,9% nell’Ue27 (in autunno la previsione era più ottimistica, all’1,3%) e allo 0,8% (da 1,2%) nella zona euro. “Nel 2025, si prevede che l’attività economica crescerà dell’1,7% nell’Ue e dell’1,5% nella zona euro”.

Dunque ripresa ritardata o rimandata, secondo le stime dell’Esecutivo.

Un dato positivo invece sull’inflazione, la cui corsa dovrebbe rallentare più rapidamente di quanto previsto in autunno. Si prevede infatti che l’inflazione dei prezzi al consumo scenderà nell’Ue27 dal 6,3% nel 2023 al 3,0% nel 2024 e al 2,5% nel 2025. Nell’area dell’euro, dovrebbe decelerare dal 5,4% nel 2023 al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Bene occupazione e investimenti. “L’economia europea si è lasciata alle spalle un anno estremamente impegnativo, in cui una confluenza di fattori ha messo a dura prova la nostra resilienza”, è il primo commento di Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. “La ripresa prevista nel 2024 sarà più modesta di quanto previsto tre mesi fa, poi riprenderà gradualmente ritmo”. Al dato positivo dell’occupazione si aggiunge il fatto “che gli investimenti reggeranno”. Nel 2025 “la crescita è destinata a stabilizzarsi e l’inflazione a scendere fino a livelli prossimi al livello del 2%”, obiettivo indicato dalla Bce. Non ultimo: “le tensioni geopolitiche, un clima sempre più instabile e una serie di elezioni cruciali in tutto il mondo quest’anno sono tutti fattori che aumentano l’incertezza” per l’economia europea.

Recessione “evitata per un pelo”. “Nel 2023 la crescita è stata frenata dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, dalla forte stretta monetaria, dal ritiro parziale del sostegno fiscale e dal calo della domanda esterna. Dopo aver evitato per un pelo una recessione tecnica nella seconda metà dello scorso anno, le prospettive per l’economia dell’Ue nel primo trimestre del 2024 rimangono deboli”, si legge ancora nelle Previsioni economiche della Commissione. “Tuttavia, si prevede che l’attività economica accelererà gradualmente quest’anno. Poiché l’inflazione continua a diminuire, la crescita dei salari reali e la resilienza del mercato del lavoro dovrebbero sostenere una ripresa dei consumi”.

Una ripresa che però potrebbe realmente manifestarsi, anche nei numeri, solo il prossimo anno.

“Nonostante il calo dei margini di profitto, gli investimenti dovrebbero beneficiare di un graduale allentamento delle condizioni creditizie e della continua attuazione del Recovery and Resilience Facility. Inoltre, si prevede che il commercio con i partner esteri si normalizzerà, dopo la debole performance dello scorso anno”.

Panorama globale incerto. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha confermato: “dopo un 2023 difficile, l’economia europea è emersa un po’ più debole del previsto, anche se la ripresa dovrebbe accelerare gradualmente quest’anno e nel 2025. L’inflazione continua il suo calo generalizzato; la crescita dei salari reali, abbinata ad un mercato del lavoro resiliente, dovrebbe aiutare la domanda dei consumatori domanda”. I fondi dell’Ue “continueranno a svolgere un ruolo vitale in termini di investimenti”. Detto questo, ribadisce, “il panorama globale rimane altamente incerto. Stiamo seguendo da vicino le tensioni geopolitiche, che potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita e sull’inflazione”. “Anche i rischi climatici e la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi continuano a rappresentare una minaccia”.

Energia e… trattori. Durante la conferenza stampa svoltasi a Bruxelles, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha affrontato numerosi altri argomenti, spesso sollecitato dalle domande dei giornalisti. Si prevede, ad esempio, “che l’aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull’inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell’offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi”.

Uno dei temi tornati più volte è stato quello energetico.

I prezzi del petrolio sono diminuiti dall’autunno e “dovrebbero continuare a diminuire gradualmente nel 2024 e nel 2025″. Non è mancato un cenno alla protesta dei trattori. “Come Commissione stiamo ascoltando e agendo rispetto alle questioni sollevate dagli agricoltori. Non vedo però all’orizzonte possibili interruzioni sulle catene di approvvigionamento legate a quanto sta avvenendo”.

Germania, Italia, Paesi dell’est. L’analisi delle singole economie svela una debolezza persistente della Germania, il cui Pil quest’anno dovrebbe crescere solamente dello 0,3%, per poi salire all’1,2% nel 2024. Meglio la Francia: rispettivamente 0,9% e 1,3%. I dati riguardanti l’Italia, contenuti nelle Previsioni economiche, segnalano la crescita del Prodotto interno lordo allo 0,7% per il 2024, per poi risalire all’1,2% il prossimo anno (nel 2023 il dato del Pil si era assestato allo 0,6). L’inflazione in Italia sembrerebbe invece rimanere sotto controllo: 2,0% nel 2024, 2,3% nel 2025. Dall’attuazione del Pnrr potrebbero arrivare ulteriori elementi positivi di rilancio economico. Nel complesso la Spagna va abbastanza bene: 1,7% quest’anno e 2,0% nel 2025. Dati più confortanti si hanno dai Paesi del centro ed est Europa, con una crescita del Pil fra il 2 e il 3% sia quest’anno che il prossimo: ciò vale per Croazia, Slovenia, Slovacchia, Bulgaria, Ungheria, Polonia e Romania.

Fonte: santalessandro.otg