di Livio Mario Cortese
L’avvocato e consigliere comunale, grande Donna di Confedercontribuenti, attiva in diversi consorzi siciliani per il trattamento dei rifiuti, racconta le attuazioni passate e future per una gestione ecosostenibile.
Una società che non produce rifiuti, creando benessere dalla rigenerazione delle risorse: non è la Sicilia di oggi, dove periodicamente l’emergenza esplode. Tuttavia anche qui non mancano possibilità risolutive: da alcuni anni fatica a diffondersi il concetto di economia circolare, applicato al riciclaggio di quella spazzatura che non è più semplice “immondizia”.
Questi ed altri temi ha discusso il Quotidiano dei Contribuenti con l’avv. Concetta Lucia Italia, già presidente del consorzio Simco ed attuale presidente del CDA di Kalat Ambiente SRR.
Le abbiamo dapprima chiesto una definizione univoca di economia circolare. “Un sistema nel quale tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per altri. Nell’economia lineare, invece, col consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica allo stesso schema: estrazione, produzione, consumo e smaltimento”.
Una logica che si direbbe costruita per attagliarsi al consumismo più spinto. Ma quali le idee attuate in quest’ottica? “Da tanti anni ormai lavoro con una squadra di professionisti che conoscono a fondo il settore ambientale e la tecnologia più innovativa per diffondere una maggiore consapevolezza sulla tutela ambientale. Attualmente siamo impegnati in un ambizioso progetto che guarda alle politiche ambientali europee, per traghettarci in un nuovo sistema di economie emergenti in luogo di quelle lineari che ancora ci caratterizzano” .
Non si può che essere curiosi in merito. “Nel bacino dell’ATO Catania Provincia Sud, l’idea e la proposta sviluppata con i professionisti con i quali collaboro prevede innanzitutto l’impiego massiccio delle fonti di energia rinnovabile attraverso implementazione e trasformazione degli attuali impianti di conferimento della frazione organica dal sistema aerobico al sistema anaerobico, per la produzione di biogas, CO2, biometano ed energia elettrica”.
Progetto certamente innovativo, improntato all’autosufficienza. “Oltre al vantaggio economico diretto, i comuni titolari dell’impianto risulteranno produttori di energia da fonte rinnovabile. Ciò rappresenterebbe l’adesione dei comuni soci alla Direttiva Europea cosiddetta del 20-20-20”.
Tale disposizione prevede, entro il 2020, il 20% di produzione energetica da fonte rinnovabile, il 20% di riduzione delle emissioni di CO2 ed una aumento del 20% dell’efficienza energetica. Così si concretizzerebbe il principio dell’economia circolare nel bacino dell’ATO Catania Provincia Sud: 15 Comuni tra le province di Catania ed Enna, 1.243 km² di superficie per 141.000 abitanti. Un percorso intrapreso in alcune zone fin dal 2005: “Nel territorio del Calatino-Sud Simeto la valorizzazione dei rifiuti differenziati costituisce un polo ad oggi unico in Sicilia: un costante presidio ambientale che garantisce ai comuni soci l’autosufficienza in tema di conferimento, trattamento e valorizzazione dei rifiuti”.
Alla luce di simili premesse, dov’è allora il cuore dell’emergenza rifiuti? “Nella carenza d’impianti per riciclo e recupero; anche la gestione è un problema grave. La quantità di rifiuti urbani medi pro capite in Sicilia è di oltre 1 Kg al giorno per abitante. Con la raccolta porta a porta il dato si riduce, garantendo una percentuale di ‘purezza’ del materiale molto più elevata rispetto alla raccolta tradizionale a cassonetti. Ma cittadini, operatori ed amministrazioni dovrebbero lavorare secondo coscienza ed in sinergia: malgrado l’esempio di Comuni virtuosi, la percentuale di differenziata è ancora troppo bassa”.
Peraltro la corretta gestione dei rifiuti dovrebbe tradursi, precisa l’avv. Italia, nel diritto ad una riduzione della Tassa Rifiuti attraverso il passaggio al sistema della tariffa puntuale: in tal caso la quota di tariffa variabile per le utenze domestiche e non domestiche è calcolata in modo direttamente proporzionale alla quantità di rifiuto urbano residuo, previa individuazione dei criteri di rilevazione e di contabilità riferiti ad ogni singola utenza. Contraddittoria la situazione regionale: “A fronte di un miglioramento complessivo nei comuni dell’isola persiste il pessimo dato delle tre città metropolitane. A causa delle distanze fra la maggior parte dei comuni e i pochi impianti in funzione, si determinano elevatissimi costi di trasporto a carico dei cittadini e delle amministrazioni. La Regione deve predisporre un intervento normativo per meglio disciplinare la gestione integrata dei rifiuti al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea. Un apposito disegno di legge è già stato approvato, l’iter amministrativo è in corso”.
Rifiuti = risorse: come può passare nel vivere comune questo concetto, tutt’altro che nuovo ma dimenticato nell’ultimo mezzo secolo? “Informazione ed educazione sono alla base. Le istituzioni devono provvedere alla promozione di politiche volte alla sensibilizzazione: non si può che iniziare dalle scuole”.
Un versante gemello della questione riguarda la mobilità sostenibile: esistono proposte attuabili in tal senso? “Incentivare il trasporto pubblico, adottando misure permanenti per razionalizzare il traffico, renderebbe più vivibili le nostre città: i governi devono investire su tecnologie già disponibili, come motori ibridi o elettrici. Ogni amministrazione dovrebbe inoltre favorire la mobilità alternativa: piste ciclabili, mezzi di trasporto pubblico, car sharing: dando la possibilità di spostarsi in libertà senza perdere di vista l’ambiente”.
L’assenza di una logica virtuosa può essere riassunta da “ecomostri” quali la discarica di Primosole, che rischia di compromettere un sito d’incomparabile valore storico ed ambientale: la mole di rifiuti non differenziati rende ancora necessarie le discariche e, per conseguenza, lo scempio ambientale.