Ecco come Kamala Harris può rompere il soffitto di cristallo


di Manuela Pisaniello, Consiglio Nazionale Libertà Eguale, e Catia Giorni Esperta di comunicazione corporate e istituzionale

La candidatura di Kamala Harris rappresenta un momento storico e significativo per la rappresentanza, la politica pubblica e la percezione globale degli Stati Uniti nel novembre del 2020. Kamala Harris ha avuto un impatto significativo sulla politica statunitense e internazionale con la sua candidatura e successiva elezione come Vicepresidente degli Stati Uniti. Sin da subito è diventata il simbolo dell’inclusività, essendo la prima donna di origine afroamericana e asiatica americana a raggiungere questa posizione.

Questo ha avuto un forte impatto, segnando un passo avanti per la rappresentanza delle donne e delle minoranze etniche in politica e non solo. La sua elezione rappresenta un cambiamento significativo nella percezione della leadership politica, dimostrando che le donne e le persone di colore possono raggiungere le posizioni più alte nel governo. Questo ha indubbiamente dato speranza alle future generazioni di aspiranti leader provenienti da diverse etnie e background, apportando un cambio di paradigma nella concezione della leadership politica.

La candidatura di Harris ha inoltre contribuito a portare avanti un’agenda progressista su temi come la giustizia sociale, i diritti civili e l’accesso equo all’assistenza sanitaria. La sua presenza alla Casa Bianca ha dato voce a queste questioni, riportando l’attenzione politica su tematiche che oggi comportano le sfide più difficili per la società contemporanea.

Oltre al significato politico della sua candidatura, la sua comunicazione politica è altamente innovativa, utilizzando la sua storia personale e professionale come parte del suo storytelling politico per costruire la sua identità politica e il suo brand. La sua storia personale, quindi la carriera come procuratore distrettuale, procuratore generale della California e senatrice degli Stati Uniti, è stata raccontata come una serie di successi ottenuti nonostante le avversità, sottolineando la sua resilienza e determinazione.

Questa narrazione è stata intrecciata con quella del Partito Democratico, contribuendo a rafforzare l’immagine del partito come inclusivo e progressista. Un personaggio che ha saputo suscitare molte speranze in una buona parte dell’elettorato americano utilizzando uno degli slogan più frequenti “una di noi” durante la campagna elettorale.

Nata in California nel 1964, sua madre era un’oncologa di origine indiana, mentre il padre un professore universitario di matematica di origine giamaicane, entrambi impegnati nella lotta per il riconoscimento dei diritti civili degli afroamericani: l’impegno politico, quindi, entrò nella sua vita fin dalla più tenera età. Così come vi entrarono le discriminazioni razziali che, fin da bambine, subirono lei e la sorella. Dopo aver superato l’esame di avvocato, la sua carriera conosce una rapida ascesa: nel 2003 viene nominata procuratrice distrettuale a San Francisco, prima donna di colore ad avere questo incarico. Segue l’incarico a procuratrice generale della California diventando la prima donna in assoluto ad investire questo ruolo.

Nel 2016 ottiene un seggio al Senato e, a partire dal maggio del 2019, i democratici americani iniziano a pensare a un ticket Biden-Harris, ipotesi che si concretizza nell’agosto 2020. Da allora in poi, la notorietà della Harris cresce moltissimo, e in molti pensano che il suo ruolo sia stato cruciale per l’elezione di Biden. Notorietà dovuta ad una comunicazione molto efficace, basata su una forte componente empatica e su un sapiente uso dello strumento, per l’appunto, dello storytelling.

Dalla biografia della Harris, risalta bene come lei possa porsi, fin dall’inizio, come la persona che possiede i requisiti giusti per risollevare le sorti degli Stati Uniti dopo la presidenza di Trump. La credibilità che ha costruito intorno al suo personaggio non è dovuto solo un insieme di successi professionali e politici, ma anche all’impegno profondo e autentico contro le ingiustizie.

Questa vocazione sembra affondare le radici nei valori e negli insegnamenti ricevuti dalla madre, la quale le ha trasmesso l’importanza della giustizia, dell’integrità e della lotta per i diritti dei più vulnerabili. La narrazione che si sviluppa attorno alla sua figura non è quindi solo un elenco di traguardi, ma una storia di dedizione e passione, in cui ogni conquista è collegata a una battaglia più grande per il bene comune.

La sua esperienza personale e professionale si intreccia con un senso di responsabilità sociale che la spinge a lavorare per il miglioramento della società, incoraggiando anche gli altri a unirsi in questa lotta contro le disuguaglianze e le ingiustizie. In questo contesto, il racconto della sua vita diventa un esempio di come l’impegno individuale possa tradursi in un impatto collettivo, ispirando speranza e cambiamento.

Questo aspetto si evidezia in maniera esplicita nel primo annuncio della nomina della vicepresidenza del 12 agosto 2020, in cui vengono proiettate delle foto di Kamala da piccola seguite dal testo: “Growing up, whenever I got upset about something, my mother would look me in the eyes and ask: so what are you going to do about it?” (“Crescendo, ogni volta che mi arrabbiavo per qualcosa, mia madre mi guardava negli occhi e mi chiedeva: allora cosa farai?).

Anche nel discorso di accettazione della nomina a vicepresidente, durante la convention democratica del 19 agosto 2020 nel Wisconsis, la Harris dichiara: “My mother taught me that service to others gives life purpose and meaning” (“Mia madre mi ha insegnato che il essere disponibile per gli altri dà uno scopo e un significato alla vita”). Sono stati questi insegnamenti a spingerla a diventare avvocato, per difendere i diritti dei più deboli, e in seguito procuratrice e senatrice. La sua affermazione di essere “for the people” riflette un approccio che mette al centro questi insegnamenti.

Questo mantra risalta bene anche nel linguaggio usato dalla Harris, sin dall’inizio della sua carriera politica: un linguaggio inclusivo, con l’uso ripetuto del pronome di prima persona plurale, che nasce dalla consapevolezza di voler e dover rappresentare i diversi segmenti della società americana. Uno dei punti di forza di questa narrazione è l’appello alle giovani generazioni, per le quali la sua figura è una garanzia dei successi che anche loro potranno ottenere: “When I look at young girls and boys, and they look at me, they see themselves, and what they can be. That’s the weight that I carry, and the joy of the weight” (“Quando guardo le ragazze e i ragazzi giovani, e loro mi guardano, vedono sé stessi e ciò che possono diventare.

Questo è il peso che porto, e la gioia di quel peso.”). Un appello ripetuto anche nello storico discorso pronunciato il 7 novembre 2020, giorno della vittoria del ticket Harris-Biden “While I may be the first woman in this office, I won’t be the last” (“Anche se potrei essere la prima donna in questo ufficio, non sarò l’ultima”), e che diventa ancora più potente e toccante quando la Harris si rivolge alle bambine e alle ragazze con la retorica del “the little girl was me” (“la ragazza che è in me”).

Questa frase fu da lei usata per la prima volta nel 2019 quando, da candidata in lizza per la nomination democratica, contesta a Joe Biden la sua antica collaborazione con due senatori contrari agli scuolabus per l’integrazione razziale: “It was not only that, but you also worked with them to oppose busing and you know there was a little girl in California who was part of the second class to integrate her public schools and she was bused to school every day and that little girl was me” (“Non era solo quello, ma hai collaborato con loro per opporti all’integrazione scolastica tramite scuolabus, e sai che c’era una bambina in California che faceva parte della seconda classe per integrarsi nelle scuole pubbliche, e veniva portata a scuola ogni giorno con lo scuolabus, e quella bambina ero io.”).

Si tratta di una narrazione che ha avuto un impatto molto forte, si pensi all’illustrazione realizzata da Bria Goeller, diventata virale nei social in cui la harris adulta ha dietro di sé la sua ombra bambina. Emblematico è anche lo spot pubblicato nei social, intitolato Kamala Harris for us: un video di poco più di due minuti, che trasmette perfettamente l’unicità di questa figura. “She is a woman of many first” viene esplicitamente detto: colei che ha sempre duramente lavorato e che, per i traguardi raggiunti, si distingue nettamente dagli altri politici.

La sua è sempre una narrazione portata avanti con una grande determinazione, come ben si addice al personaggio, e da cui scaturisce una visione ottimistica del futuro, con l’immagine di un Paese che diventerà più giusto e più accogliente. Una visione del futuro a cui tutti sono chiamati a contribuire, e che riprende la retorica fiduciosa dell’American dream: “Protecting our democracy takes struggle. It takes sacrifice. But there is joy in it. And there is progress. Because we, the people, have the power to build a better future” (“Proteggere la nostra democrazia richiede lotta. Ci vuole sacrificio. Ma c’è gioia in questo. E ci sono progressi. Perché noi persone, abbiamo il potere di costruire un futuro migliore”.

Anche nel già citato discorso pronunciato il giorno della vittoria, il 7 novembre del 2020, la Harris indica chiaramente come si immagina gli Stati Uniti negli anni successivi, e quali sono i temi che porterà avanti in maniera prioritaria. E un racconto del futuro molto toccante ripreso anche al termine del già citato spot Kamala Harris for us, in cui una donna di colore solleva verso l’alto la sua bambina e le dice sorridendo: “Are you going to be vice president of the United States?” (“Diventerai vicepresidente degli Stati Uniti?”) provocando un forte coinvolgimento emotivo nello spettatore.

Indagando poi quanto la Harris sia riuscita a portare a compimento nei suoi quattro anni di vicepresidenza, rispetto a quanto promesso con il suo storytelling è sicuramente uno dei temi su cui ha ricevuto più critiche ed è stata la gestione della questione migratoria, compito di alta responsabilità ma politicamente molto rischioso, affidatole da Biden. Con la questione dell’immigrazione si sono infatti scontrate tutte le ultime amministrazioni americane, senza riuscire a trovare soluzioni giudicate dell’elettorato soddisfacenti. La Harris su questo fronte aveva generato molte aspettative, proprio per l’importanza data alla difesa dei più deboli. Molti dei suoi critici l’hanno accusata di muoversi con eccessiva cautela.

Il calo di popolarità della sua figura è attestato da molti sondaggi: la sfida per lei è ora quella di risollevare il suo personal brand dal momento che Biden si è fatto da parte indicandola come la sua sostituta contro Trump. Di certo, per tutti i motivi illustrati in questo articolo, la figura della Harris aveva suscitato aspettative altissime, difficili da mantenere, soprattutto in un momento storico non favorevole per l’Occidente aggravato dalle tensioni internazionali dovute alla guerra in Ucraina e in Medio Oriente.

Di fronte a questa situazione complessa, Kamala Harris si trova a un bivio cruciale. Per recuperare la fiducia dell’elettorato e rispondere alle aspettative iniziali, dovrà non solo affrontare in modo incisivo il problema dell’immigrazione, ma anche dimostrare una leadership forte su altri temi chiave come la giustizia sociale, il cambiamento climatico e la salute pubblica. La sua capacità di navigare in questo terreno minato e di presentare soluzioni concrete e sostenibili sarà determinante per il suo futuro politico. Inoltre, la Harris dovrà lavorare per rafforzare la sua rete di sostegno all’interno del Partito Democratico, consolidando alleanze strategiche e coinvolgendo le diverse correnti del partito.

La chiave sarà trovare un equilibrio tra la sua visione progressista e la necessità di un approccio pragmatico che possa soddisfare le aspettative di un elettorato sempre più polarizzato. In definitiva, la campagna elettorale che seguirà si prospetta cruciale non solo per la sua carriera ma anche per la direzione politica del Paese.

Se riuscirà a superare le critiche e a capitalizzare sulle sue esperienze, Harris potrebbe riaffermarsi come una figura di spicco nel panorama politico americano, capace di ispirare e mobilitare le masse in un momento di grande incertezza. Dovrà affrontare la sfida con determinazione, consapevole che la sua azione potrà contribuire a ridefinire non solo la sua immagine, ma anche il futuro del Partito Democratico e dell’intera nazione.