AGI – Il suo nome, all’anagrafe, era John ma tutti lo conoscevano come Jack Charlton. “Big Jack” per essere più precisi. Nato ad Ashington nel 1935, in una famiglia di calciatori, si distinse fin da giovane per le sue doti di difensore, aiutato anche dalla sua fisicità – era alto quasi 1,90 – e la sua abilita’ in marcatura. Per molti fu oscurato dalle gesta del fratello minore, Bobby, che divenne la stella del Manchester United, e con cui ha condiviso la vittoria dell’unica Coppa del Mondo alzata dalla nazionale inglese, nel 1966.
La bandiera del Leeds
Ma quella di Jack Charlton è stata una carriera con un unico amore: il Leeds United. Ben 23 stagioni giocate con la maglia bianca, dal 1950 al 1973, i primi due nelle giovanili, a 15 anni, e i restanti con la prima squadra. Ben 773 presenze con i “Whites”, un record che resiste ancora oggi. Un legame che i tifosi gli hanno riconosciuto qualche anno fa eleggendolo come bandiera di un club storico che l’anno scorso ha festeggiato il suo centenario.
Jack Charlton ha indossato per 35 volte la maglia della nazionale inglese esordendo nel 1965 con un assist per il fratello nel 2-2 contro la Scozia. Diventa poi uno dei pilastri della difesa dei “leoni” allenati da Alf Ramsey, capaci di alzare una delle Coppe del Mondo più controverse ma anche una delle più attese in patria.
Nel 1967 viene eletto calciatore dell’anno dall’associazione dei giocatori del campionato inglese, uno degli ultimi riconoscimenti ricevuti prima del ritiro dal campo avvenuto cinque anni dopo. Con il Leeds ha vinto un campionato, una FA Cup, una Coppa di Lega, una Supercoppa e due Coppe delle Fiere.
Abituato a dirigere i compagni in difesa non fa fatica ad adattarsi al ruolo di allenatore, fin dal suo esordio nel 1973, sulla panchina del Middlesbrough e, successivamente, su quella dello Sheffield Wednesday e del Newcastle. Nel suo palmares diverse promozioni dalla seconda e dalla terza serie inglesi oltre a diverse stagioni nel massimo campionato inglese.
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July 11, 2020
I traguardi irlandesi
Ma i successi piu’ importanti Jack Charlton li ottiene come allenatore della nazionale irlandese dove rimane per ben 9 anni, dal 1986 al 1995, contribuendo ai primi riconoscimenti internazionali dei “verdi”. Nel 1988 la partecipazione all’Europeo in Germania, con l’eliminazione nel girone ma dopo la prestigiosa vittoria contro i “cugini” inglesi.
Nel 1990, in Italia, Charlton porta l’Irlanda a disputare la fase finale dei mondiali per la prima volta nella Storia. Un traguardo che ripete quattro anni dopo negli Stati Uniti. In entrambe le edizioni il sorteggio lo porta a scontrarsi con l’Italia. Nel primo caso, nei quarti di finale del 1990, gli azzurri vincono con un gol di Schillaci. Nel secondo caso, nel girone eliminatorio del 1994, si registra la vendetta irlandese che vince 1-0 grazie al gol di Houghton dalla distanza. In quell’edizione arriverà poi l’eliminazione negli ottavi con l’Olanda.
Jack Charlton si ritira definitivamente nel 1996, anno dell’uscita della sua autobiografia dove rivela rapporti non sempre idilliaci con il fratello Bobby. Nel 1996 gli e’ stata anche conferita la cittadinanza onoraria irlandese e nel 2005 e’ stato ufficialmente introdotto nella Hall of Fame del calcio inglese. L’aeroporto di Cork ospita attualmente una sua statua che lo raffigura nell’atto di pescare, una delle altre grandi passioni di Jack Charlton, per molti uno dei difensori piu’ forti e intelligenti della storia, non solo europea, del calcio giocato e allenato.
Vedi: È morto Jack Charlton, campione del mondo con l'Inghilterra e "eroe" d'Irlanda
Fonte: sport agi