(AGI) – Roma, 8 ago. – Maxi blitz antidroga dei carabinieri nel sud Pontino. I militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Latina impegnati nell’operazione “Anargiri 2” hanno eseguito – tra Minturno (Latina), Santi Cosma e Damiano (Latina), Castelforte (Latina), Napoli, Isernia, Vercelli e Melfi (Potenza) – un’ordinanza emessa dal gip di Cassino, su richiesta della locale procura, nei confronti di 17 persone (4 in carcere, 2 ai domiciliari, 3 divieti di dimora e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria). Le accuse rivolte agli indagati sono, in concorso e a diverso titolo, di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio e detenzione illegale di porto di armi comuni.
L’ordinanza ricostruisce l’attività di spaccio di cocaina, hashish e marijuana effettuata da un gruppo criminale operante nel territorio di Castelforte, Santi Cosma e Damiano e comuni limitrofi, di cui facevano parte alcuni elementi collegati al clan “MendicoAntinozzi” (collegato alla più vasta organizzazione criminale del “clan dei Casalesi”), la cui esistenza era stata acclarata dalla Corte di Assise di Latina con l’indagine denominata “Anni 90” condotta sempre dal Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Latina. Le indagini – iniziate nell’ottobre 2020 – hanno consentito di accertare “una fiorente attività di spaccio di droga” nei comuni di Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Minturno Formia e Cassino; individuare i canali di approvvigionamento del narcotico proveniente da Napoli e Roma; sequestrare complessivamente 318 grammi di cocaina, 375 di hashish e 373 di marijuana; arrestare in flagranza di reato 10 persone; denunciare in stato di libertà 2 persone per traffico di sostanze stupefacenti ed altre 2 perchè detenevano illegalmente armi da sparo (una Browning, una Ruger ed un Revolver Taurus calibro 410).
Lo stupefacente, una volta arrivato dalla Campania o da Roma, veniva smistato ai vari spacciatori per la vendita al dettaglio. Particolari cautele venivano attuate sia nel trasporto dello stupefacente, mediante il metodo della “staffetta”, sia nelle conversazioni telefoniche nel corso delle quali si utilizzavano applicazioni di messaggistica istantanea volte ad eludere le ordinarie attività di intercettazione. Singolare l’attività di spaccio di uno degli indagati che, per quanto ai domiciliari, continuava a gestire l’approvvigionamento e lo spaccio mediante una rete di pusher: in un caso, anzi, aveva adottato un’azione di rivalsa nei confronti di uno dei ‘suoi’ spacciatori, accusato di aver fatto sparire alcune partite di stupefacente che invece erano state sequestrate dai carabinieri. D’accordo con un ex appartenente all’Arma, anche lui destinatario dell’odierna misura cautelare avendo svolto la funzione di corriere oltre che di pusher, aveva organizzato una consegna di droga per farlo arrestare. (AGI)
BAS