Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, ha dichiarato: “Rimango basito. Draghi sta uscendo il peggior burocrate che è in lui. C’è da preoccuparsi per i battibecchi con una parte del suo esecutivo. Il provvedimento del superbonus 110% ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui si è giovato in primis proprio il premier. Ha rilanciato il lavoro nel campo edilizio, stiamo ricostruendo le nostre città”
di redazione
Mario Draghi, davanti al Parlamento europeo, ha detto di “non essere d’accordo” sulla validità del bonus 110%, proprio mentre nel decreto Aiuti è stata approvata la proroga per le unità immobiliari unifamiliari che cambia la scadenza originariamente prevista nel 30 giugno portandola al 30 settembre. Una convinzione basata sul fatto che “il costo di efficientamento è più che triplicato, i prezzi degli investimenti sono più che tripli perché (l’utilizzo del bonus) toglie la trattativa sul prezzo”.
Un intervento che ha provocato una dura replica dal Movimento 5Stelle. “Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110%. È stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell’esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c’è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento.
Draghi si è tolto il sassolino dalle scarpe nei confronti del Movimento,ma non è un caso che le parole di Draghi arrivino dopo lo strappo di lunedì sera in Consiglio dei ministri con i Cinquestelle, che al momento del voto hanno abbandonato la riunione. Motivo della frattura l’inserimento della norma sugli inceneritori che dà di fatto il via libera alla realizzazione del termovalorizzatore a Roma, come deciso dal sindaco Dem Roberto Gualtieri. Giuseppe Conte parla esplicitamente di «ricatto» e di «scorrettezza gravissima».
La vicenda ci riporta in mente la metafora di “Mamma, Cicciu mi tocca. Tòcchimi Cicciu ca a mamma non c’è”. L’espressione si utilizza per descrivere una persona “presuntuosa”, non intenzionata a dare confidenza (“mamma, Cicciu mi tocca”), ma che quando nota di non essere calcolata allora richiama l’attenzione su di lei (“tocchimi Cicciu ca a mamma non c’è”).
Il teatrino della politica, anche in questi momenti drammatici, non cala il sipario, anzi torna in scena più tonico che mai.
Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, sulla vicenda ha dichiarato: “Rimango basito. Draghi sta uscendo il peggior burocrate che è in lui. C’è da preoccuparsi per questi battibecchi con una parte del suo esecutivo. Il provvedimento del superbonus 110% ha contribuito in maniera decisiva a quel +6,6% del Pil di cui ha giovato in primis proprio il premier. Ha rilanciato il lavoro nel campo edilizio, stiamo ricostruendo le nostre città”.
Draghi non ha ancora ingoiato il rospo. A peggiorare ulteriormente i rapporti è la posizione di Conte sulla guerra in Ucraina e in particolare sulle armi, con l’insistente richiesta al premier di presentarsi in Aula, prima del viaggio in Usa da Joe Biden fissato per il 10 maggio.
Tra quei due è sempre un continuo battibeccare sulla pelle degli italiani.
Draghi, fin dal suo insediamento, non ha mai nascosto lo scarso apprezzamento per la detrazione al 110% delle spese sostenute per le ristrutturazioni. I lati oscuri del Superbonus, secondo il premier e il suo entourage, sono essenzialmente tre: le frodi, la speculazione sui prezzi e lo scarso impatto economico e ambientale. Di contro il decreto Rilancio – partorito dal Governo Conte 2 a maggio 2020, aveva introdotto il superbonus: una detrazione del 110% sulle spese sostenute per: interventi di isolamento termico; sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale; riduzione del rischio sismico nei propri condomini o nelle personali singole case. La detrazione fiscale del 110% vale per tutti i lavori fatti dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 (oggi prorogato).
Dopo una grave crisi economica e pandemica, il nostro è un paese di cantieri edilizi e delle cessioni dei crediti d’imposta pari a circa 18,5 miliardi. A garantire è lo Stato per i lavori di ristrutturazione dove l’efficientamento energetico e la caratura antisismica degli stabili sono sinonimi di sviluppo e, soprattutto, di futuro.
Parlare di truffe nel settore è sbagliato. Soltanto il 3 per cento delle frodi è attribuibile al superbonus. Non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio. Il settore è trainante sospenderlo è un atto deleterio per il rilancio e l’economia del Paese.