Durante la Prima guerra mondiale nemmeno l’urgenza di aumentare il numero di soldati al fronte riuscì a convincere i vari governi dei Paesi in conflitto ad accogliere le donne nei ranghi dei loro eserciti. A quel tempo indossare l’abito militare e brandire un’arma era riservato esclusivamente agli uomini. Ma questo non scoraggiò molte di coloro che volevano farlo. Infatti, la maggior parte delle donne che si arrischiarono a combattere lo fece travestita da uomo, nascondendo la propria identità, perché se fosse stata scoperta sarebbe finita in prigione o forse addirittura davanti a un plotone di esecuzione.
Tra tutte queste donne spicca Dorothy Lawrence, nata forse il 4 ottobre 1896 in Inghilterra, probabilmente tra il Middlesex e il Warwickshire. Quello di Dorothy è il caso di una donna che non si è mai arresa. Nonostante fosse figlia di genitori sconosciuti e fosse stata educata, come raccontò lei stessa, da un ecclesiastico, la piccola Dorothy non smise mai di sognare che un giorno sarebbe stata una giornalista e avrebbe vissuto molte avventure, anche se all’epoca non sapeva che questo sogno l’avrebbe portata al fronte, dove sarebbe finita a scavare gallerie durante la battaglia della Somme.
Dorothy diventa Denis Smith
Fin da piccola la vocazione di Dorothy fu il giornalismo e, sebbene non avesse mai avuto l’opportunità di frequentare l’università, riuscì a pubblicare alcuni articoli sul Times. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, Dorothy vide un’opportunità e volle diventare corrispondente di guerra, ma in un mondo in cui le donne difficilmente lavoravano fuori casa, nessun giornale dell’epoca accettò la sua proposta. Secondo gli editori, pubblicare gli scritti di una giovane donna inesperta non era la stessa cosa che mandarla al fronte, dove avrebbe dovuto rischiare la vita per ottenere una storia, che doveva anche soddisfare le aspettative dei lettori. Vista la situazione, Dorothy prese una decisione drastica: collaborare con il VAD (Voluntary AID Detachment), un’organizzazione di volontariato civile, composta principalmente da donne, che forniva assistenza medica al personale militare. Ma la sua richiesta venne rifiutata.
Dorothy era determinata a portare a termine la sua missione a tutti i costi. Così, nel 1915 si trasferì in Francia a suo rischio e pericolo. Per sua sfortuna, però, quando era molto vicina al fronte, nella città di Senils, fu fermata dalla polizia francese e “invitata” a tornare in Inghilterra. Dorothy, tuttavia, ignorò gli avvertimenti della polizia francese e si diresse verso Parigi, dove entrò in contatto con un gruppo di soldati britannici a cui raccontò le sue intenzioni. I giovani vollero aiutarla e le fecero indossare abiti maschili per poter passare per un uomo e arrivare così al fronte senza ostacoli. Dorothy usò un corsetto per nascondere il seno, del cotone per allargare le spalle, del disinfettante per scurire il tono del viso e assunse un taglio di capelli da uomo. Da quel momento Dorothy Lawrence divenne il soldato Denis Smith del 1° Battaglione del Leicestershire Regiment.
Con la sua nuova identità, Dorothy partì per il fronte in bicicletta. Quando raggiunse una città chiamata Albert, nella regione della Somme, incrociò un soldato del genio di nome Tom Dunn al quale raccontò la sua storia e che, desideroso di aiutarla, le trovò un lavoro presso la 51ª divisione della Royal Engineers’ Tunnelling Company. Ma Dunn la mise anche in guardia dalla sua situazione, assicurandole che era in grave pericolo, riferendosi non solo ai proiettili e ai mortai, ma anche agli uomini del suo stesso battaglione, soldati stravolti dai combattimenti che avrebbero potuto interessarsi troppo a lei se avessero scoperto che era una donna. Così Dunn le offrì la sua protezione e le cercò un riparo in una capanna abbandonata, dove poteva nascondersi per riposare e cambiarsi senza che i suoi compagni la scoprissero.
Ma dopo una decina di giorni le difficoltà della vita al fronte cominciarono a pesare sulla salute di Dorothy. Consapevole che se si fosse recata in ospedale la sua vera identità sarebbe stata scoperta, il che avrebbe danneggiato i compagni che l’avevano aiutata, Dorothy decise di arrendersi volontariamente alle autorità militari. La notizia della sua presenza al fronte suscitò grande stupore tra gli alti comandi, che non riuscivano a spiegarsi come una donna potesse essersi intrufolata così facilmente nei loro ranghi senza destare sospetti. In un primo momento si pensò che potesse essere una spia, così fu inviata al quartier generale della Terza Armata e praticamente deferita alla corte marziale da tre generali, che alla fine decisero di confinarla in un convento locale finché non fosse stata traghettata in Inghilterra. L’importante era evitare che il suo caso venisse alla luce e incoraggiare altre donne a fare lo stesso.
Abbandonata da tutti
Dopo essersi imbarcata sul traghetto per tornare in Inghilterra, Dorothy incontrò la leader delle suffragiste Emmeline Pankhurst, di ritorno da un soggiorno a Parigi dove aveva invitato le militanti della Women’s Social and Political Union (WSPU) a interrompere le loro azioni di protesta per tutta la durata della guerra e aveva chiesto loro di incoraggiare le truppe, poiché considerava la Germania un pericolo per tutta l’umanità. Pankhurst ascoltò la storia di Dorothy e la incoraggiò a raccontare pubblicamente la sua esperienza, ma lei declinò l’offerta perché rischiava l’arresto. Tuttavia, dopo la fine della guerra nel 1919, Dorothy decise di scrivere le sue memorie, che pubblicò con il lungo titolo Sapper Dorothy Lawrence: The only English woman soldier Late Royal Engineers, Fifty-First Division 179th Tunneling Company. Ma il libro non ebbe l’accoglienza sperata e fu addirittura censurato dal War Office.
La leader delle suffragiste Emmeline Pankhurst chiese a Dorothy di raccontare pubblicamente la sua esperienza, ma lei declinò l’offerta perché rischiava l’arresto
Alla fine, senza nessuno disposto ad assumerla come giornalista, dimenticata dai più e senza una famiglia a cui rivolgersi, nel 1925 Dorothy finì in un sanatorio dopo aver accusato il prete con cui era cresciuta di aver abusato di lei da adolescente. Il resto della vita di Dorothy trascorse in vari istituti psichiatrici, dove rimase fino alla morte, avvenuta nel 1968. Quella sarebbe stata la triste fine di Dorothy Lawrence. Oggi, il War Imperial Museum di Londra sta lavorando per recuperare la memoria di molte donne dimenticate che andarono al fronte, e continua anche a indagare la storia unica di Dorothy Lawrence, una donna che, con l’intenzione di raccontare al pubblico ciò che stava accadendo al fronte, divenne, con grande rischio per la sua vita, un soldato dell’esercito reale britannico.
Fonte: Storica