Dopo il coronavirus nemmeno Internet sarà più lo stesso


La rete Internet europea – per non parlare di quella mondiale – sta subendo una pressione mai sperimentata prima. Streaming, smart working e e-learning, ma soprattutto i videogiochi online, hanno moltiplicato in modo esponenziale il traffico dati, con punte anche di un +90% in Italia, Paese in blocco pressoché totale.

Si rischia il collasso del sistema? E cosa si può fare per impedire che le attività da remoto vengano compromesse dai problemi sulle linee sia fisse che wireless? L’utilizzo di Internet così come lo conoscevamo prima della crisi sanitaria è destinato a cambiare? Ne abbiamo parlato con i vertici italiani di Zte, Huawei e Nokia, protagonisti della realizzazione di reti in Italia. Ericsson, il quarto player, seppure interpellato, non è stato disponibile a rispondere.

“Tutti gli operatori europei stanno affrontando la stessa sfida” dice all’Agi Hu Kun, ceo di Zte Italia, “il traffico su mobile è più che raddoppiato, quello su rete fissa è aumentato del 50% e persino il traffico voce è aumentato del 30%. In Italia negli ultimi giorni la rete si è molto rallentata e in Svizzera si discute di limitare l’utilizzo di Netflix o di veicolare più o meno traffico in diversi slot temporali. Tutti i Paesi europei stanno subendo la stessa pressione, ma per adesso la rete regge”.

Non vede particolari minacce alla tenuta del traffico nemmeno Massimo Mazzocchini, ad di Nokia Italia. “Senza dubbio sono tempi senza precedenti, anche per quel che concerne il traffico di rete” dice all’AGI, “quindi è davvero difficile fare previsioni, ma abbiamo visto che le reti 4G/LTE sono più che in grado di gestire situazioni di crisi, e lo fanno da tempo. Continueremo a monitorare attentamente la situazione”.

L’emergenza coronavirus, secondo Hu Kun, deve però essere di stimolo a una riflessione più ampia. “Quello che gli operatori devono fare è un ragionamento sul lungo termine per essere pronti ad affrontare le crisi” dice il ceo di Zte Italia, “questa è una lezione per tutti: la rete Internet deve essere considerata con la stessa importanza di quella della distribuzione dell’acqua, del gas, dell’energia elettrica”.

 “Quando tutto sarà passato” aggiunge, “non bisogna pensare che il traffico sulla rete tornerà quello di pre-crisi. Oltre il 70% delle aziende sta sperimentando lo smart-working e prevediamo che dopo l’emergenza molte decideranno di mantenerlo per una certa quota. Questo, insieme all’e-learning e alle altre esperienze da remoto che si stanno sperimentando porterà a un aumento del traffico, certamente non ai livelli di questi giorni, ma consistente e soprattutto sul lungo termine”.

C’è qualcosa che i service provider possono fare per venire incontro all’emergenza, aggiunge Mazzocchini, come “aumentare i loro domini di aggregazione e di service edge routing e aggiungere capacità di rete all’aumentare della domanda”.

Fuori dalla terminologia strettamente tecnica, si tratta di elementi della rete di trasporto e i gateway di servizio a banda larga nelle reti dei service provider che forniscono tutti i servizi broadband che arrivano nelle abitazioni degli utenti, incluso il collegamento Internet, che possono andare maggiormente in sofferenza in queste condizioni.

Secondo Hu Kun nell’immediato, per quanto riguarda l’infrastruttura di rete, “non c’è molto che si possa fare”. “Serve un piano di lungo termine, ma se si dovesse agire in fretta, servirebbe da parte delle autorità locali la disponibilità a concedere nuovi siti per le antenne”.

Quello del rapporto tra operatori ed enti locali è uno dei temi più complessi nella gestione delle reti. Basti pensare alle campagne contro l’installazione dell’infrastruttura 5G e alle lungaggini burocratiche che bisogna affrontare prima di poter attivare un impianto.

Ma non è solo una questione di permessi e carte bollate. “I fornitori di servizi, come tutti gli altri, stanno adottando ogni precauzione per limitare l’esposizione del proprio personale in termini di interazione fisica con altre persone” aggiunge Mazzocchini, “alcune delle procedure di installazione e messa in servizio necessarie per aumentare la capacità richiedono la presenza fisica di lavoratori qualificati”.

Non vale comunque per tutte le attività, spiega ancora l’ad  di Nokia Italia, perché “la maggior parte dei servizi può essere eseguita da remoto. Molti abbonati hanno aggiornato i loro piani con una semplice chiamata al proprio service provider. L’attivazione del servizio remoto e gli upgrade del piano di servizio sono aree in cui l’automazione di rete svolge un ruolo cruciale”.

Una delle caratteristiche della rete 5G, ancora lungi dall’essere pienamente operativa in Italia, è di permettere il collegamento simultaneo di un numero esponenziale di device rispetto al 4G. C’è da chiedersi se questo sarebbe servito ad alleggerire la pressione di questi giorni. “Certo la campagna contro il 5G e contro Huawei ha rallentato tutto”, dice Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, “ma qualcosa si potrebbe già fare: ad esempio liberare le frequenze, avere un piano che preveda l’installazione di parecchie antenne 5G nelle zone critiche, come la Lombardia”.

Proprio nelle aree in cui il coronavirus ha colpito più duramente, secondo i manager, sarebbe utile l’attivazione di una rete 5G. “Da un punto di vista tecnologico un piano di emergenza a breve termine per dotare un’area limitata come la regione Lombardia di una rete 5G immediatamente operativa è perfettamente realizzabile” dice Hu Kun, “Ma, ancora una volta, il problema sono le concessioni e le autorizzazioni degli enti locali. Le frequenze sono già identificate: è il permesso per lo sviluppo dei siti che manca”.

“Pensate all’utilità che la rete 5G avrebbe nei collegamenti in ponti radio fra ospedali, protezione civile, regioni” aggiunge De Vecchis, “bisogna installare la fibra e attivare i trial che sono già disponibili in giro, come quelli di Bari o Milano”.

Secondo Mazzocchini, anche se “finora non si sono riscontrato problemi significativi, le reti 5G miglioreranno notevolmente la capacità, il che significa che sono in grado di gestire maggiori volumi di traffico”. “Come abbiamo potuto vedere in questa circostanza” aggiunge, “non solo le reti mobili sono state gravate da una grande mole di traffico aggiuntivo, ma l’ondata di traffico ha colpito tutte le infrastrutture, mobili e fisse”.

L’ad di Nokia Italia non ritiene che sia necessario attivare una rete di emergenza.  Tuttavia “le reti 5G – con latenza inferiore e velocità più elevate – miglioreranno il processo. Nokia sta già lavorando con operatori di telefonia mobile di tutto il mondo per aggiornare le proprie reti per l’era del 5G e abbiamo già l’esperienza di reti 5G attive con milioni di abbonati. In particolare, Nokia ritiene che ogni parte della rete debba essere predisposta per la tecnologia 5G e incoraggia gli operatori di telefonia mobile a iniziare sin da subito questo percorso di aggiornamento”.

 

 

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Fonte: economia agi