Dl Covid, c’è il sì della Camera: ma è servita la fiducia contro la grana servizi segreti


Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)


La Camera dei Deputati ha approvato ieri (276 sì, 194 no, 1 astenuto) il Dl Covid (quello che proroga la stato d’emergenza fino al 15 ottobre) ed ha, conseguentemente, accordato la fiducia al governo Conte II. Si attende, adesso, il voto del Senato per l’approvazione definitiva

La decisione del governo, comunicata all’assemblea dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D’Incà, aveva scatenato nei giorni scorsi un vespaio di polemiche, sia tra le opposizioni che tra le fila del MoVimento 5 Stelle. Attraverso tale scelta, infatti, l’esecutivo ha neutralizzato i vari emendamenti presentati dai deputati. Tra questi il più significativo era quello presentato dall’esponente pentastellata Federica Dieni, che intendeva bloccare la proroga degli attuali vertici dei Servizi Segreti. Tale proroga, come vi avevamo riferito qualche settimana fa, era stata introdotta, proprio nel decreto legge n.83 del 30 luglio 2020, modificando la legge la legge 124 del 2007. L’emendamento aveva raccolto l’adesione di altri 50 deputati del M5S, contrari alla scelta discutibile ed unilaterale del Presidente del Consiglio il quale, lo ricordiamo, ha ancora in mano la delega ai Servizi Segreti. Al di là delle posizioni politiche permangono i dubbi sull’opportunità e sulla legittimità di un simile atto, inserito “silenziosamente” in un decreto riguardante l’emergenza sanitaria e blindato con un atto di forza.

Questa vicenda, sebbene poi la stessa Dieni abbia votato sì in aula (mentre 28 suoi colleghi di partito non hanno preso parte al voto), testimonia le difficoltà e le divisioni che lacerano il governo. Secondo alcune indiscrezioni, subito seccamente smentite dal diretto interessato, la fronda pentastellata sarebbe stata orchestrata dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sono tante, inoltre, le sfide all’orizzonte per l’esecutivo, dalla riapertura delle scuole agli appuntamenti elettorali, passando per gli appuntamenti europei,  che potrebbero dare un’ulteriore spallata alla tenuta della maggioranza e redere sempre più incerta l’azione governativa. Nel frattempo, tra litigi interni, divisioni e plausibili regolamenti di conto, il paese arranca (si pensi, ad esempio, al drammatico crollo del Pil) e si prepara ad affrontare una stagione difficilissima, che metterà ulteriormente alla prova cittadini, famiglie, contribuenti ed imprese.