Disinformazione: allarme OCSE, strategie nazionali troppo rare


Anche se la lotta alla disinformazione “non deve mai assumere la forma di un controllo delle informazioni”, deve essere praticata visto che “le strategie nazionali per combattere la disinformazione rimangono l’eccezione piuttosto che la regola” e sono quindi necessari maggiori sforzi da parte dei Paesi. Lo evidenzia l’OCSE, che lancia l’allarme in un rapporto su come viene affrontato l’aumento delle informazioni scorrette proprio quando “circa la metà della popolazione mondiale si prepara a votare”.
Il rapporto, informa l’organismo con sede a Parigi, “presenta un quadro d’azione per aiutare i paesi ad affrontare la sfida globale della disinformazione”. In particolare, si sottolinea “la necessità che le democrazie si impegnino a favore della pluralità e della qualità degli spazi informativi a sostegno della libertà di opinione e di espressione” ma anche dell’adozione di “misure per rafforzare la responsabilità e la trasparenza delle piattaforme online”.
Nel documento pubblicato oggi dall’Ocse si esaminano “alcuni rischi specifici, tra cui la diffusione della disinformazione durante le elezioni, le campagne straniere di manipolazione e interferenza delle informazioni, nonché le ripercussioni dell’intelligenza artificiale generativa”. Quello che ogni Paese dovrebbe fare è “sostenere l’indipendenza e la diversità del giornalismo, promuovere la responsabilità e la trasparenza delle piattaforme online e migliorare l’alfabetizzazione mediatica dei cittadini in modo da incoraggiare il pensiero critico, notano gli esperti dell’Ocse che indicano tre strade da seguire.
Primo, “rafforzare la trasparenza, la responsabilità e la pluralità delle fonti di informazione, in particolare attraverso un settore dei media diversificato e indipendente e un migliore funzionamento delle piattaforme online”.
Secondo, “rafforzare l’educazione ai media e il pensiero critico dei cittadini, per consentire loro di identificare e combattere la disinformazione e limitarne la diffusione”.
Terzo, “Promuovere la creazione di coordinamento strategico, formazione e infrastrutture tecnologiche all’interno dei governi, nonché l’apprendimento tra pari e la cooperazione tra paesi per combattere la disinformazione”. (AGI)

VEN