Diritti:suor Anna Monia Alfieri, serve confronto scuola-famiglie

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A Verona un ragazzo di 13 anni ha ricevuto una nota disciplinare per essersi rifiutato di percorrere una scala arcobaleno nel suo istituto, fa discutere. Il padre del giovane ha accusato il preside di aver tacciato il figlio di omofobia, difendendo invece la scelta del ragazzo come libera espressione del suo pensiero. Sulla vicenda è intervenuta Suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, sottolineando il rischio di un’imposizione ideologica nelle scuole.
“Io sono sostenitrice, da sempre, della necessità di un confronto tra scuola e famiglia – dice all’AGI – un confronto che, in quanto tale, deve essere rispettoso dei diversi punti di vista, senza dimenticare che i primi responsabili dell’educazione dei figli sono i genitori. Pertanto, io non sono affatto d’accordo sul fatto che la scuola, nelle persone dei docenti, imponga agli studenti una visione della realtà. La visione della realtà che deve essere proposta e deve essere rispettosa dei diversi punti di vista”.
La religiosa critica il modo in cui si cerca di imporre un’unica visione culturale: “A me sembra che, talvolta, l’accusa di oscurantismo spesso mossa alla Chiesa sia in realtà da muovere a chi impone certe ideologie, come quella del gender. Non è affatto ammissibile che determinate teorie siano fatte passare come le uniche rispettose della persona, quando invece di rispettoso hanno poco, in quanto chi non le accetta è accusato di omofobia. Accoglienza e rispetto per tutti, non solo per chi la pensa o accetta di pensare come voglio io”. Sul tema del linguaggio neutro, già introdotto in alcune scuole attraverso l’uso dell’asterisco nei compiti e nelle comunicazioni ufficiali, Suor Monia è netta: “L’uso dell’asterisco confonde. Maschio e femmina li creò: da questa affermazione della Bibbia io non mi allontano di un millimetro. Che poi l’orientamento sessuale possa essere omo o etero, questo è altro. Ma l’uomo è l’uomo, la donna è donna”. Per la religiosa, questa non è una battaglia di inclusione, ma una forzatura ideologica che non affronta davvero i problemi. “Anche sulla questione dell’asterisco vedo tanta ideologia, in quanto tale irrispettosa, una ideologia che nell’asterisco vede la soluzione a un problema, quello dell’integrazione, che invece va affrontato con coraggiosi interventi educativi e legislativi per chi discrimina le persone omosessuali”.
“Purtroppo il rischio di andare verso l’imposizione è reale – avverte – ora è più elevato, perché sembra che determinate ideologie trovino un’adesione corale, pertanto il bambino che si rifiuta di salire la scala color arcobaleno è tacciato di omofobia”. E ribadisce la necessità di tutelare il diritto alla scelta educativa, affinché i genitori possano scegliere il modello formativo che ritengono più adatto per i propri figli: “Non deve esistere che le famiglie meno abbienti non possano scegliere la scuola pubblica paritaria per motivi economici. Altrimenti si arriverebbe al principio che chi è ricco sceglie e chi è povero si accontenta. Inammissibile in uno Stato di diritto”. (AGI)


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