Dieci italiani da tenere d'occhio agli Europei di atletica (una è Daisy Osakue)


All’improvviso, la maratona di ricucitura da parte del commissari tecnico Stefano Baldini dei vari brandelli dell’atletica leggera italiana, ha fatto rialzare la testa allo sport principe. Che si presenta agli Europei con almeno 10 motivi per essere fiducioso. A Berlino, dove si svolgeranno le gare di atletica, dal 6 al 12 agosto, gareggeranno circa 1.500 atleti. In Italia tutti gli occhi saranno ovviamente per Daisy Osakue, la lanciatrice del disco vittima di un aggressione a sfondo razzista qualche giorno fa. Chi sono gli azzurri che questa settimana potrebbero andare a medaglia?

Nel segno di Daisy Osakue. La discobola, nata a Torino da genitori nigeriani emigrati in Italia, che è stata aggredita e ferita a un occhio da tre balordi per via della sua pelle nera promuove la 22enne sul podio già per il fatto che sia riuscita a partecipare a Berlino.

Tutti dicono Tortu. Filippo è l’azzurro più atteso, nella gara più affascinante, i 100 piani. Il ventenne brianzolo, bello d’aspetto e di corsa, un po’ Berruti e un po’ Zuliani, a fine giugno, con 9”99, ha ritoccato a Madrid lo storico limite di 1”01 di Pietro Mennea – imbattuto da Città del Messico 1979 -, terzo bianco di sempre sotto i 10”.

Metà signora staffetta. Assieme a Tortu, brilla, con 10”08, anche Marcel Jacobs, nato in Texas ma cresciuto sul lago di Garda: la 4×100 può sognare il podio.

La rincorsa di Elena. Dopo 8 anni difficili, con problemi a caviglia e schiena, il 22 luglio, alla Diamond League di Londra, la Vallortigara è rispuntata col nuovo primato personale in 2.02, quarta italiana di sempre oltre i due metri, e seconda miglior prestazione stagionale dietro la star mondiale Maria Kuchina Lasitsekene. 

La battaglia di Yema. Dopo tante promesse a livello giovanile, l’etiope Yemaneberhan, adottato con gli 8 fratelli dai signori Crippa di Milano, punta al podio nelle gare di fondo.

Libania sisters. Il tris consecutivo individuale sui 400 sembra impossibile, la Grenot punta alla staffetta. Dopo il fresco oro ai Giochi del Mediterraneo, presentando, accanto alla cubana – italiana per matrimonio -, Maria Benedicta Chigbolu (romana, di papà nigeriano e mamma italiana), Ayomide Folorunso (nata in Nigeria da genitori nigeriani, ma sin da bambina in Italia) e Raphaela Lukudo (nata ad Aversa da genitori sudanesi). Il simbolo sportivo dell’Italia multietnica.

Ostacoli durissimi. Sui 400 metri, la specialista Yadisleidy Pedroso e la Folorunso si giocano  l’occasione da podio.

Azzurre in marcia. Nella 20 km l’Italia punta decisa su Antonella Palmisano (bronzo mondiale l’anno scorso a Londra).

Chiudere in bellezza. Occhi su Sara Dossena dopo il sesto posto alla maratona dell’anno scorso a New York, prima europea al traguardo.

Sogno doppio. I veterani Gianmarco Tamberi – remember lo sfortunato personaggio della nostra atletica azzoppato un attimo prima del decollo olimpico? – ed Alessia Trost, che si allenano insieme, sognano di alzare l’asticella saltando oltre i sogni più inconfessabili.

Non succede, ma se succede… Il 33enne Andrew Howe, dopo aver ha centrato il minimo europeo nei 200, vuole riscattare mille infortuni col colpo della vita. Con la grinta dei giovani rampanti Vladimir Aceti (russo adottato da una coppia italiana) e Larissa Iapichino (figlia d’arte della mitica Fiona May).

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Fonte: sport agi