Di cosa parla il romanzo che ha vinto il Premio Strega


Helena Janeczek con ‘La ragazza con la Leica’ (Guanda) vince il Premio Strega 2018 battendo Marco Balzano con ‘Resto qui’ (Einaudi). Era dal 2003, quando vinse Melania Mazzucco con ‘Vita’, che una donna non si aggiudicava il più ambito premio letterario italiano organizzato da 72 anni dalla Fondazione Bellonci.

Una vittoria molto significativa anche perché sono state solo 10 le donne ad aver vinto, contro ben 61 uomini nelle precedenti edizioni. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato nella serata finale al Ninfeo di Villa Giulia.

In corsa per la vittoria del più ambito premio letterario italiano c’erano anche Carlo D’Amicis con ‘Il gioco’ (Mondadori), Sandra Petrignani con ‘La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg’ (Neri Pozza) e Lia Levi con ‘Questa sera è gia domani’ (Edizioni e/o).

Grande era l’attesa e numerosi i motivi d’interesse per questa edizione a partire dal fatto che da 20 anni non c’era una maggioranza di donne in gara e che l’ultimo successo di una scrittrice al premio Strega risaliva al lontano 2003. Poi c’era la componente dello strapotere del gruppo Mondadori che ha trionfato in moltissime edizioni dello Strega. Per contro, l’ascesa prepotente di Einaudi – sempre del gruppo di Segrate – che aveva vinto tre delle ultime quattro edizioni.

Alla fine ha vinto una donna, l’undicesima nella storia del premio, mentre i giganti Einaudi e Mondadori hanno ceduto il passo alla ‘piccola’ Guanda. Helena Janeczek, 54enne scrittrice tedesca naturalizzata italiana, ambienta il suo libro nella Spagna degli anni ’30 e parla di Gerda Taro Pohorylle, una fotografa tedesca nota per i suoi reportage di guerra e conosciuta per essere stata la compagna di Robert Capa con cui ha stabilito un forte sodalizio professionale.

“Il libro si apre con fotografia scattata quasi contemporaneamente – ha spiegato la scrittrice a Eva Giovannini – dalla protagonista, Gerda Taro, e dal suo compagno Robert Capa. E’ romanzo che cerca di riportare in vita la prima fotografa di guerra morta a neanche 27 anni durante la guerra civile spagnola. Volevo farla rivivere come sono vive le persone a cui abbiamo voluto bene. Era una donna indipendente e affascinante e Hemingway la defiì una puttana – ha aggiunto – ma la moglie replicò dicendo che lui non capiva molto di donne”.

Helena Janeczek ha affidato a tre personaggi il racconto di Gerda Taro. “Volevo fare romanzo di una generazione – ha spiegato – di cui lei diventa cuore pulsante. I personaggi del libro sono i piu’ vicini a lei, una donna che racchiude lo spirito del tempo e resta nel cuore di queste persone: un cardiochirurgo innamorato di lei, un’amica del cuore e il suo fidanzato prima di Robert Capa”. Sin dalla nascita, nel 1947, i libri premiati hanno raccontato l’Italia e i suoi umori e il premio ha consacrato i grandi nomi della letteratura italiana contemporanea, dal primo vincitore Ennio Flaiano, ad Alberto Moravia, Elsa Morante, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Natalia Ginzburg, Primo Levi, Umberto Eco, Dacia Maraini.

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Fonte: cultura agi