Delega fiscale, ok definitivo della Camera.


 

 

Leo: tre aliquote, poi flat tax, senza abbandonare progressività

«Questa è un pagina che resterà nella storia della nostra Italia», ha detto il relatore della riforma Gusmeroli

di Nicoletta Cottone

(ANSA)

La Camera ha approvato in via definitiva la delega fiscale con 184 sì, 85 no e nessun astenuto. Hanno votato a favore tutti i gruppi di maggioranza, contrarie le opposizioni (Pd, M5S, Avs e +Europa) tranne Azione-Iv. «Questa è un pagina che resterà nella storia della nostra Italia, una pagina positiva perché malgrado le differenze di posizione ci ha visto tutti contribuire al risultato finale».In confronto alla delega Draghi «questa è nata dall’ascolto, una differenza non da poco». Lo ha detto il relatore della riforma fiscale Alberto Gusmeroli (Lega), illustrando in aula i contenuti della delega fiscale. «Vogliamo che nessun italiano subisca una patrimonale», ha assicurato il deputato e presidente della commissione Attività produttive della Camera, facendo riferimento all’incidente di percorso del 3 agosto sulla patrimoniale: un ordine del giorno di Nicola Fratoianni (Si), prima accolto dal Governo in aula alla Camera, poco dopo ‘cassato’ da palazzo Chigi. L’odg impegnava il governo a valutare l’introduzione di una Next Generation Tax sui patrimoni oltre i 500mila euro.

Tre aliquote, poi flat tax, senza abbandonare la progressività

«Oggi le famose quattro aliquote rendono veramente la vita difficile e complessa ai contribuenti. Noi vogliamo addolcire la curva delle aliquote, incominciando da tre aliquote, per poi arrivare gradualmente verso la flat tax, senza abbandonare la logica della progressività, che come voi sapete si può ottenere anche con il meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni». Lo ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, chiudendo nell’Aula della Camera la discussione generale sul Ddl delega per la riforma fiscale, giunta al traguardo finale.

 

Il governo non abbassa la guardia sull’evasione

Il governo «non abbassa la guardia della lotta all’evasione», ha detto Leo, precisando che il concordato preventivo biennale e la ’cooperative compliance’ non sono “regali” per gli evasori, ma costituiscono strumenti che si basano sulla conoscenza dei dati fiscali resa possibile dalla fatturazione elettronica e dalle nuove tecnologie. «Dobbiamo rivedere il sistema delle sanzioni, perché non possiamo assistere a un meccanismo di sanzioni che vanno dal 120 al 240% quando invece negli altri Paesi dell’Unione europea ci si attesta al 60%, e non è una nostra invenzione, ce lo dice la Corte costituzionale secondo la quale le sanzioni devono essere proporzionali».

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Il nostro sistema tributario è penalizzante per il contribuente

«Abbiamo lavorato – ha ricordato il viceministro – su tutte le tipologie di imposte, a partire dalle imposte di redditi e senza abbandonare il concetto di progressività, ma dobbiamo essere tutti ben consapevoli che oggi il nostro sistema tributario è assolutamente penalizzante per i contribuenti». E parlando del confronto sulla riforma delineata dal disegno di legge, ha rammentato che sono state sentite tutte le categorie del mondo delle imprese «e tutti hanno detto ‘beh, avete costruito un qualcosa che veramente dà una svolta al sistema tributario’». Ha assicurato che il dialogo proseguirà con i decreti legislativi che verranno sottoposti alla commissione parlamentare, «che con la collaborazione di tutti rappresenteranno una svolta nel nostro sistema tributario».

 

Ascensore sociale: giovani, disabili, famiglie e non dimentichiamo i dipendenti

Con la delega fiscale «l’ascensore sociale lo realizziamo venendo incontro ai giovani, alle famiglie, ai disabili: tutti questi elementi contenuti nella nostra delega. Ma non abbiamo dimenticato il mondo del lavoro dipendente», ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo intervenendo in Aula alla Camera.

Schlein, da delega mirabolanti promesse e privilegi corporativi

«La delega – ha sottolineato in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein – contiene mirabolanti promesse di riduzioni fiscali che renderebbero insostenibile, se realizzati, il nostro sistema di welfare. Si tradurranno invece in regali sostanziali per alcuni e piccoli sconti per altri. Come sempre avviene quando la bussola non è un fisco giusto, ma la distribuzione di privilegi corporativi». Il capogruppo del Pd in commissione Finanze alla Camera, Virginio Merola, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del gruppo alla legge di delega fiscale ha detto che «non c’è traccia di una volontà di una lotta seria all’evasione e all’elusione fiscale. Non è prevista alcuna riforma del catasto, ancora di recente sollecitata dalla commissione Ue; e, infine, non prevede un’effettiva autonomia impositiva per gli enti locali, con una logica centralistica che troviamo abbinata a una proposta di autonomia differenziata che divide il Paese e non aiuta il Mezzogiorno. Questa delega al governo non va nella direzione di sanare le ingiustizie».

Osnato (FdI): un provvedimento storico

«Un’Italia più moderna, in grado di crescere senza il giogo della burocrazia e con un fisco che incentivi anziché frenare l’iniziativa, è finalmente possibile. Grazie all’impegno di tutta la maggioranza e dell’opposizione, che ha collaborato in modo costruttivo, il lavoro di squadra ha portato a questo risultato straordinario», ha commentato Marco Osnato (FdI), presidente della Commissione Finanze della Camera. «Il provvedimento è strutturale: sarà seguito da decreti attuativi -ha sottolineato – che avranno lo stesso tenore, riuscendo nell’impresa di semplificare un sistema oggi ipertrofico».

 

Marattin (Az-Iv), delega ricalca in toto impostazione Draghi

«Il nostro voto favorevole è dovuto al fatto che questa delega ricalca in toto il lavoro parlamentare fatto nella scorsa legislatura, poi confluito nella delega Draghi», ha dichiarato Luigi Marattin, deputato di Azione-Italia Viva, nel corso delle dichiarazioni di voto. «I principi di riforma dell’Irpef, della tax expenditure, dell’Iva, di abolizione e sostituzione dell’Irap, di tassazione dei redditi finanziari, la semplificazione dell’Ires, sono gli stessi e rappresentano un patrimonio di tutti. Ci sono, è vero, anche cose che non ci convincono del tutto, come la flat tax incrementale, grazie a noi sostituita dalla detassazione dei premi di produttività. Il nostro voto favorevole è confermato anche dopo il passaggio al Senato, perché su due temi come il federalismo fiscale e l’accertamento/riscossione non si è ceduto agli slogan ma seguito il buonsenso».

Della Vedova (+Europa), no a delega in bianco su flat tax

«I principi della delega fiscale sono molto ampi, quasi una delega in bianco, una specie di voto di fiducia: noi non daremo la delega a questo governo», ha detto Benedetto Della Vedova (+Europa), intervenendo in aula alla Camera. «E non voteremo la delega fiscale perché se è stato tolto il principio della flat tax incrementale, resta comunque scolpito nel marmo il principio che la riforma dell’Irpef vada fatta per la transizione verso l’aliquota unica: o è una bandierina elettorale della destra per prendere in giro gli elettori meno attenti, e sarebbe inaccettabile. Oppure si va verso la introduzione della flat tax, senza però dirci con quale aliquota, con quali meccanismi di detrazioni si pensi di poter garantire la progressività, senza dirci quanto costerebbe e con quali risorse finanziarla».

 

Voti a tutto gas. Mulè: «Non è velocismo, è efficienza»

Siparietto mentre procedevano i lavori nell’aula della Camera (i voti degli articoli non modificati dal Senato e degli emendamenti presentati al disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale). In pochi minuti i deputati hanno effettuato una quindicina di voti e sono giunti all’esame dell’articolo 14. «Non voglio disturbare il velocismo di questa seduta», ha detto il deputato Pd Luciano D’Alfonso chiedendo di intervenire su una proposta di modifica. «Non è velocismo, è efficienza», ha replicato il presidente di turno Giorgio Mulè, scatenando un lungo applauso della maggioranza.

ANSA