Ricomprendere la cooperazione tra i soggetti dell’economia sociale riconoscendole un ruolo di traino, supportare le stazioni appalti pubbliche per favorire un adeguamento delle tariffe, continuare a investire su lavoro, energia e green. Sono tra i principali temi affrontati oggi nel corso dell’audizione dell’Alleanza delle Cooperative sul Def in commissione Bilancio a Montecitorio. “Nel corso del 2024 – spiega Alleanza delle Cooperative – andranno a regime alcune delle iniziative contenute nel Piano di azione Ue per l’Economia Sociale. Entro due anni anche l’Italia si dovrà dotare di una Strategia Nazionale sull’Economia sociale alla quale anche la cooperazione dovrà dare un suo apporto. Inoltre, occorrerà individuare una infrastruttura istituzionale di riferimento sia a livello nazionale sia a livello locale. Il DEF dovrà iniziare a definire la strategia di bilancio per attuare le indicazioni della Raccomandazione UE”.
La “cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”, si aggiunge “deve essere ricompresa entro la categoria dei “soggetti dell’economia sociale”. La cooperazione può giocare un ruolo di “traino” nei confronti dell’economia sociale nel suo complesso, spronando i soggetti che la popolano ad essere ad un tempo attori dello sviluppo e della coesione sociale, promotori di innovazione e non solo garanti dell’equilibrio sociale”. “Abbiamo positivamente accolto – prosegue Alleanza Coop – il nuovo codice dei contratti pubblici, perché abbiamo ritenuto importante per noi l’inserimento del principio di conservazione dell’equilibrio contrattuale. Il principio trova una duplice declinazione nei due diversi istituti della revisione prezzi e della rinegoziazione. Quanto alla revisione prezzi, è altrettanto positivo il ritorno all’obbligatorietà dell’inserimento delle clausole di revisione prezzi all’interno dei bandi di gara (ex art. 60 del d.lgs. 36/23), dopo la facoltatività prevista dal d.lgs. n. 50/2016. Purtroppo, però, occorre evidenziare che, soprattutto nel settore dei servizi, l’applicazione delle nuove tutele, valide ovviamente solo per i nuovi appalti, lascia scoperti tutti quegli affidamenti pluriennali privi di clausola di revisione prezzi e sottoposti nell’ultimo biennio ad una crescita dei costi trainata da un’inflazione a due cifre e dal conseguente aumento delle retribuzioni derivante dal doveroso rinnovo dei contratti collettivi. Il caso del rinnovo del CCNL della cooperazione sociale è il più eclatante: grandissima attenzione ai lavoratori e quindi un invito alle PA perché prestino attenzione ai nuovi costi derivanti dai rinnovi. Occorre che il DEF supporti finanziariamente le amministrazioni per consentire loro di adeguare i contratti sottoscritti con le imprese, soprattutto in settori delicati come quello dei servizi sociali”. (AGI)
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