Decreto energia: le novità sui crediti d’imposta per le imprese e il fotovoltaico


Vengono confermati i crediti d’imposta a favore di imprese energivore e degli investimenti per l’efficienza energetica nelle regioni del Mezzogiorno. Il provvedimento prevede anche l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW

di redazione

La Camera ha approvato, con 422 voti favorevoli e 54 contrari, il cosiddetto decreto energia (noto anche come “decreto bollette”). La settimana prossima ci sarà il vaglio del Senato. Vengono confermati i crediti d’imposta a favore di imprese energivore e degli investimenti per l’efficienza energetica nelle regioni del Mezzogiorno. Il provvedimento prevede anche l’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW. Una possibile boccata di ossigeno per famiglia e contribuenti. Viene inoltre introdotta una misura specifica che ammette la riduzione dell’aliquota IVA del 5% sulle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali e cade il vincolo di solidarietà nella cessione dei crediti d’imposta.

Particolare attenzione è stata rivolta al fotovoltaico, con il tentativo di semplificare i processi autorizzativi che finora hanno fermato il diffondersi dei pannelli, in particolar modo nei centri storici. Con buona pace dei sopraintendenti. Il fotovoltaico è un utile strumento di risparmio sulle bollette elettriche di anziani e di coloro che vivono in povertà che ancora vivono nei centri storici.

Viene semplificata la procedura per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici. I relativi lavori saranno considerati interventi di manutenzione ordinaria e non verranno subordinati a permessi, autorizzazioni “o atti amministrativi di assenso”.

Altro punto qualificante del Decreto riguarda l’agri-voltaico. Gli incentivi verranno erogati anche a chi costruirà su più del 10% della sua terra, a patto che di tratti di impianti agri-voltaici, e cioè compatibili con l’attività agricola nel terreno sottostante. I pannelli a terra, invece, saranno incentivati solo se al di sotto del 10%.

Ma il provvedimento contiene altre misure che puntano all’accelerazione delle rinnovabili e alla riduzione dei costi energetici per i cittadini.

Tra questi le semplificazioni per la piccola geotermia. Sarà il ministero della Transizione ecologica il compito di individuare i casi in cui si applica la procedura abilitativa semplificata per gli impianti di produzione di calore da risorsa geotermica, che saranno considerati attività edilizia libera.

Non di meno importante per il comparto agricolo e l’industria alimentare la possibilità di produrre biogas. Potranno essere impiegati anche i sottoprodotti provenienti da attività agricola, di allevamento, dalla gestione del verde e da attività forestale ed anche i sottoprodotti provenienti da attività alimentari ed agroindustriali.

Modificata la disciplina relativa ai criteri per la determinazione di colui che sarà l’auto consumatore di energia rinnovabile. In particolare, viene introdotta l’ipotesi relativa alla produzione e accumulo di energia elettrica rinnovabile per il proprio consumo da realizzare con impianti Fer (Fonti energia rinnovabili) ubicati presso edifici o in siti diversi da quelli presso il quale l’auto consumatore opera.

Il Decreto, infine, prevede la riduzione della temperatura dei riscaldamenti negli edifici pubblici per l’inverno prossimo e paletti anche al condizionamento estivo nel 2022. Nelle pubbliche amministrazioni, dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023, la media ponderata della temperatura degli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi centigradi più 2 gradi di tolleranza e non dovrà essere minore dei 27 gradi meno due gradi di tolleranza.

Il Paese ha scorte sufficienti fino a ottobre. Servono altri provvedimenti restrittivi per ridurre drasticamente i consumi delle amministrazioni pubbliche, per esempio sull’illuminazione. Dalla misura sono esclusi ospedali, cliniche e case di cura.

Via il canone Rai dalle bollette elettriche dal 2023. Resta ovviamente da capire come lo Stato recupererà il 1,7 miliardi l’anno circa di gettito del canone tv.

Infine, viene istituita la Giornata del risparmio energetico, da celebrarsi il 16 febbraio. In occasione della Giornata, le istituzioni pubbliche, negli edifici e negli spazi aperti di loro competenza, potranno adottare iniziative di risparmio energetico e azioni di risparmio nell’uso delle risorse, anche attraverso pratiche di condivisione, promuovendo incontri, convegni e interventi concreti dedicati alla promozione del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili.

In sintesi: mala tempora currunt!