De Gasperi e Spinelli: a ciascuno il suo. Ma c’è un metodo riformista comune

FacebookTwitterLinkedinWhatsapp

di Stefano Ceccanti

Mi sembra importante segnalare brevemente tre aspetti in relazione al dibattito di questi giorni sugli europeismi italiani.

1- Non c’è alcun dubbio che la personalità italiana che di gran lunga ha più inciso sul ruolo dell’Italia in Europa sia stata quella di Alcide de Gasperi (strettamente legata all’azione di Montini in Segreteria di Stato vaticana) e questo anche per differenza anche ad altri orientamenti culturali e politici presenti nel mondo cattolico, più prudenti sull’integrazione europea e più neutralisti;

2- Questo però non c’entra con rivendicazioni identitarie di parte, dato che il primo a sfuggirne era De Gasperi, che aveva ben presente che la forza della prospettiva europea nasceva dalla convergenza di più forze, da quelle liberali a quelle socialiste, andando dalla Sfio francese al belga Spaak ad Altiero Spinelli con cui lavorò sul Trattato Ced. Questo è il senso del discorso Nostra Patria Europa del 54, fare da ponte tra ispirazioni diverse: https://www.lanostrapatriaeuropa.org/de-gasperi-e-la-ced/documenti/discorso-de-gasperi-la-nostra-patria-europa/
E su questo ci sarebbe da rileggere vari interventi di Vittorio Bachelet; peraltro va segnalato che sia in Italia con la fine della Dc e ancor prima in Francia con la fine del’Mrp, gli eredi di De Gasperi e di Schuman si sono spalmati tra centrodestra e centrosinistra, dimostrando come quella fosse una matrice culturale che poteva fecondare aree diverse (a patto di non dimenticarsene):

3- il metodo politico riformista usato da De Gasperi e da Spinelli, simile al di là delle matrici diverse, è sempre stato basato su un doppio livello, l’evocazione di grandi finalità e di strumenti forti da un lato, ma dall’altro anche l’accettazione, di fronte alla complessità e alle difficoltà, di tappe intermedie imperfette. Va in questo ricordato il giudizio negativo di Spinelli nel dicembre del 1978 verso il voto contrario del Pci, il partito che lo aveva letto come indipendente ma da cui in quel caso si dissociò votando in modo opposto, rispetto al Sistema Monetario Europeo, perché esso doveva essere visto non come una contraddizione verso una maggiore convergenza economica, ma come sua imperfetta premessa. Un metodo che ci parla anche nell’oggi.


FacebookTwitterLinkedinWhatsapp