Ddl Giustizia, presentata la bozza: tutte le novità


 

Stretta su intercettazioni pubblicabili, limiti a traffico influenze e appello dei pm. Via abuso d’ufficio, cambiano modalità avviso di garanzia

La bozza del ddl relativo al primo pacchetto di riforma della giustizia arriva oggi all’esame del preconsiglio dei ministri. Tra le principali novità quella del reato di abuso d’ufficio che viene abrogato in ragione dello “squilibrio” tra condanne e iscrizioni nel registro degli indagati. Il reato vede oggi, come si legge nella relazione illustrativa che accompagna la bozza, “una applicazione minimale da parte delle corti italiane” con 18 casi di condanna in primo grado nel 2021, 9 condanne davanti al Gup e 35 sentenze di patteggiamento, rispetto alle 4.745 iscrizioni nel registro degli indagati nel 2021 e 3.938 nel 2022. “Tale squilibrio tra iscrizioni della notizia di reato e decisioni di merito”, si legge ancora, “è indicativo di una anomalia”.

“Meglio precisare alcuni elementi del reato” di traffico di influenze: è questo l’obiettivo delle modifiche proposte dal ddl Giustizia, secondo la bozza di ingresso in pre-cdm. Il reato è stato introdotto dalla legge Severino, poi modificato dalla Spazza-corrotti. Il ddl, limita la sanzione penale a “condotte particolarmente gravi”. Viene inoltre eliminata l’ipotesi della “millanteria”.

Un nuovo intervento sulle intercettazioni, con una stretta sulle pubblicazioni, con lo “scopo di rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento”. Questo prevede la bozza in ingresso in pre-consiglio dei ministri del ddl Giustizia predisposto dal ministro Carlo Nordio. Il divieto di pubblicazione, secondo quanto si legge nella relazione illustrativa del provvedimento cade solo quando il contenuto intercettato è “riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. Viene escluso il rilascio di una copia quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori. Ampliato inoltre l’obbligo di vigilanza del pm sui brogliacci.

Viene limitato il potere d’impugnazione del pubblico ministero, tenendo conto di quanto stabilito dalla Corte costituzionale in riferimento alla legge Pecorella. Questo prevede la bozza di ingresso in pre-Consiglio dei ministri del ddl Giustizia. L’obiettivo, si legge nella relazione che accompagna la bozza, è limitare il potere di appello rispetto a sentenze di proscioglimento relative a reati di contenuta gravità. Restano dunque appellabili le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale e i reati cosiddetti da codice rosso.

Cambia l’avviso di garanzia, secondo quanto previsto dal ddl Giustizia, nella bozza di entrata in pre-consiglio dei ministri. L’intervento, come si legge nella relazione illustrativa, dovrà contenere una “descrizione sommaria del fatto”, oggi non prevista; inoltre la notifica avverrà con modalità che tutelino l’indagato da ogni “conseguenza impropria”, si limita la possibilità di impiego della polizia giudiziaria alle sole situazioni di urgenza.

 

Fonte: Lapresse.it