Dalla patria di Skype il passaporto digitale per i vaccinati


AGI – Un codice QR per aprire il mondo? È questa la domanda che si sono fatti in Estonia,

Paese che prende l’iniziativa di avviare, con l’Oms, un progetto pilota per la realizzazione di un passaporto vaccinale anti-Covid sicuro e accettato in tutto il mondo. Il Paese baltico, piccolo ma tecnologicamente avanzatissimo, potrebbe trovare la soluzione per i viaggiatori. Finora, le app di alcune compagnie aeree prevedono l’inserimento dei dati del certificato di vaccinazione dei viaggiatori.

Ma una volta scesi dall’aereo non è detto che quei dati bastino ad evitare la quarantena.

Marten Kaevats, consigliere del governo estone per la tecnologia, dice che il problema principale del progetto è che chiunque controlli il certificato possa “fidarsi della fonte”. “Sia l’architettura che la soluzione dovrebbero funzionare ovunque, tanto in Eritrea quanto a Singapore”.

Dal 1994, subito dopo l’indipendenza dall’Urss, l’Estonia corre più di ogni altro stato al mondo nello sviluppare tecnologia che rendano certi e accessibili con sicurezza i dati fra cittadino e Stato. Dal 2005 il voto è a distanza, e basta un pc connesso a Internet in qualunque parte del mondo perché un cittadino estone possa votare. Già oggi, i dati sanitari sono contenuti nella carte d’identità elettronica che, nel Paese dove è stata inventata Skype, funziona dal 2000; l’anno in cui il governo di Tallin dichiarò l’accesso a Internet un diritto umano.

Ma mentre in Estonia i dati sanitari, vaccino compreso, la maggior parte dei Paesi del mondo non ha ancora rapporti di mutuo riconoscimento delle informazioni sulla vaccinazione. Ci sono molte iniziative di passaporto digitale dei vaccini che stanno spuntando a livello globale e che sollevano questioni urgenti sulla privacy e i diritti umani.

Anche l’Oms si sta muovendo con cautela e per il momento non raccomanda i passaporti vaccinali per i viaggi perché non li considera una garanzia sufficiente di protezione dalla trasmissione. Tuttavia, i certificati vaccinali digitali sono una prospettiva attraente, in particolare per le imprese colpite dalla pandemia come le compagnie aeree.

Emirates ed Etihad, due delle più grandi compagnie aeree del Medio Oriente, hanno annunciato in gennaio che avrebbero testato un’applicazione che permette la verifica pre-viaggio delle vaccinazioni.

L’accordo tra l’Oms e l’Estonia

È quello di esplorare la possibilità di una “smart yellow card” – una versione digitale di un sistema cartaceo esistente per dimostrare la vaccinazione contro la febbre gialla. Kaevats, che consiglia anche l’Oms sulle questioni digitali applicate alla sanità, ha detto che sarebbe “impossibile” creare un ID digitale globale nei prossimi mesi e che un mix di carta e certificati elettronici è la soluzione più probabile.

Secondo l’esperto, che l’obiettivo principale al momento è l’elaborazione di standard globali per sviluppare “un’unica soluzione comune per controllare l’esistenza dei fornitori di assistenza sanitaria”.

Privacy e diritti umani

L’Estonia, Paese membro della zona euro di 1,3 milioni di persone, è un famoso pioniere della tecnologia e un campo di prova per l’innovazione. Guardtime, una società estone, sta ora sviluppando un sistema per il riconoscimento transfrontaliero delle cartelle cliniche elettroniche utilizzando la tecnologia blockchain. L’azienda sta anche lavorando con Islanda, Ungheria e Lituania, così come con AstraZeneca, il gigante farmaceutico che produce uno dei vaccini per il coronavirus.

Ain Aaviksoo, direttore medico di Guardtime, ha detto che si aspetta che i primi Paesi comincino a usare i certificati digitali dei vaccini a livello nazionale “nelle prossime settimane”. Aaviksoo ha respinto le preoccupazioni sulla privacy per il sistema VaccineGuard, indicando l’uso della blockchain per garantire la protezione dei dati. I dati personali e sanitari rimangono nella posizione originale e il sistema fornisce “la prova crittografica del certificato e del suo processo di emissione e l’autenticità del vaccino”, ha detto.

In risposta a preoccupazioni simili, il progetto Oms-Estonia è guidato dal principio che le persone dovrebbero essere autorizzate a cancellare i dati e le aziende tecnologiche non dovrebbero essere autorizzate a trarre profitto dai dati che gestiscono. Ma molti sono ancora preoccupati per la loro attuazione.

Ana Beduschi, professore associato di diritto all’Università di Exeter in Gran Bretagna, ha detto che l’introduzione dei passaporti vaccinali “pone questioni essenziali per la protezione della privacy dei dati e dei diritti umani”. “Questi passaporti si basano su informazioni sensibili sulla salute personale per creare una nuova distinzione tra gli individui in base al loro stato di salute”. Questa differenziazione “può poi essere usata per determinare il grado di libertà e diritti di cui possono godere”.

Prima che i certificati siano diffusi più ampiamente, Beduschi sostiene che i responsabili politici dovrebbero garantire che i vaccini siano universalmente disponibili ed esplorare alternative per le persone che non possono essere vaccinate, come le donne incinte. “Non è sufficiente sviluppare soluzioni tecniche per la verifica dello stato di salute delle persone”, afferma e aggiunge che “i rischi dell’impiego di tali tecnologie devono essere previsti e mitigati il più possibile”. 

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Fonte: estero agi