Dal 1° luglio alle famiglie l’assegno unico per i figli


Domani il via libera finale da parte del Senato alla legge delega sull’assegno unico e universale già approvato dalla Camera nel luglio del 2020. È previsto un importo di 250 euro al mese per ogni figlio a carico

di redazione

Arriverà, quasi certamente, domani, martedì 30 marzo, ilvia libera finale da parte del Senato alla legge delega sull’assegno unico e universale per i figli, approvato dalla Camera dei deputati nel luglio del 2020 e contemplato nella legge di bilancio varata dal governo Conte-due. È previsto un importo di 250 euro al mese per ogni figlio a carico.

Per figli fiscalmente “a carico”, in base al Testo unico delle imposte sui redditi, articolo 12, comma 2, si intendono i figli il cui reddito non superi i 4.000 euro oppure, nel caso abbiano un’età superiore ai 24 anni, 2.840,51 euro.

Come previsto dal “Ddl famiglia”, l’assegno unico dovrà  partire dal primo di quest’anno, il governo Draghi ha dunque tre mesi di tempo a disposizione per mettere in pratica l’atteso provvedimento, che domani  con tutta probabilità, sarà approvato, in via definitiva, dopo Montecitorio, anche a Palazzo Madama.

In Italia la spesa di protezione sociale per i figli e la famiglia è inferiore a quella di tutti gli altri paesi dell’Unione europea, sia per gli assegni familiari che per i servizi come asili nido, scuole d’infanzia ed altri. L’introduzione dell’assegno unico e universale per i figli è un modo per cominciare a ridurre questo gap.

Inoltre la nuova misura, destinata ad aiutare le famiglie, costituisce un primo passo concreto in direzione di quella riforma del sistema fiscale promessa prima da Conte e poi da Draghi. Infatti l’assegno unico sostituirà le attuali detrazioni Irpef per i figli a carico e le altre forme di sostegno come il bonus bebè, il bonus per i nuovi nati e le adozioni, il “bonus mamme” e l’assegno per il terzo figlio.

L’assegno sarà “universale” perché spettante a tutti i contribuenti, anche incapienti (i redditi più bassi, cioè, che non presentano dichiarazione dei redditi), non solo ai  lavoratori dipendenti ma anche agli autonomi.

L’ultima legge di bilancio rifinanzia il «Fondo assegno universale e servizi alla famiglia» con tre miliardi di euro per l’anno 2021 e 5 miliardi per il 2022. Per garantire gli annunciati 250 euro al mese per ogni figlio a carico il governo, esercitando la delega ricevuta dal parlamento, deve ora recuperare nelle pieghe del bilancio le ulteriori risorse occorrenti o, in alternativa, ricorrere a nuovo debito.

L’assegno unico e universale verrà corrisposto in denaro oppure sotto forma di credito d’imposta, spetterà per ogni figlio a carico dal 7° mese di gravidanza fino al diciottesimo anno di età. Dal secondo figlio in poi l’importo sarà maggiorato

Nel caso di figli, o figlie, maggiorenni iscritti all’università o che siano impegnati in un tirocinio, frequentino un corso di formazione professionale o svolgano servizio civile universale, l’assegno sarà corrisposto direttamente al figlio, o figlia, maggiorenne, fino al compimento dei 21 anni. Lo stesso dicasi per i figli maggiorenni con un lavoro a basso reddito o che siano registrati come disoccupati in cerca di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia per il lavoro. In tutti questi casi, però, l’assegno corrisposto sarà di importo ridotto.

Per i figli con disabilità, entro i 21 anni d’età, l’assegno sarà maggiorato in misura proporzionale alla classificazione della condizione di disabilità.

I decreti attuativi che il governo dovrà approvare entro il prossimo 30 giugno, definiranno nel dettaglio le modalità applicative per l’erogazione l’assegno unico, che probabilmente legheranno la misura del nuovo assegno al reddito Isee. Certamente, tuttavia, l’assegno sarà compatibile con tutte le altre prestazioni sociali agevolate, compresi il reddito e la pensione di cittadinanza (salvo tenere conto, ai fini del suo ammontare, della quota del RdC relativa ai minorenni presenti nel nucleo familiare).