AGI – “Una storia di successo” ha detto il capo di Dassault Aviation, Eric Trappier, commentando il più grande contratto francese di sempre per l’esportazione di armi: 16,6 miliardi di euro per 80 caccia Rafale, prodotti da Dassault Aviation SA, a cui si aggiungono i 12 elicotteri Caracal H225 di Airbus SE per un ulteriore miliardo. Sono queste alcune delle cifre emerse durante la missione di due giorni del presidente Macron nel Golfo, volato negli Emirati Arabi, in Quatar e in Arabia Saudita con un lungo seguito di ministri (Affari esteri, Economia e Difesa), oltre a diversi rappresentanti delle principali aziende del Paese, impegnati nella firma di contratti e partnership economiche.
Rispondendo alla stampa radunata al Padiglione francese di Dubai, durante la diretta social dall’account della Présidence de la République, Macron ha sostenuto le ragioni economiche e i risvolti occupazionali dei contratti che farebbero della Francia il secondo fornitore di armamenti agli Emirati Arabi dopo gli Stati Uniti: “Li difendo ardentemente”, ha detto, rispondendo anche sull’incontro con il principe saudita Mohamed Bin Salman: “L’Arabia Saudita ha ospitato il G20 con tutti i suoi leader presenti”, aggiungendo: “La Francia può rimanere passiva nella Regione? Non credo. Siamo una potenza d’equilibrio. Il nostro ruolo è agire. Non possiamo agire in Libano e in Iraq e contro il terrorismo, che ricordo ci ha colpiti nel 2015, senza dialogare con i partner che sono qui”.
Secondo l’agenzia di stampa locale Wam, l’elenco delle potenziali aree di cooperazione tra la Francia e gli Emirati Arabi si è allungato fino a coprire 13 capitoli: dall’ambiente al contrasto al Covid. Circa 15 miliardi di euro sono ascrivibili alla nuova partnership strategica, declinata secondo il piano “France 2030”, a cui si affiancano l’estensione del co-investimento sull’innovazione tra Mubadala Investment Company e Bpifrance (4 miliardi di euro) e il protocollo d’intesa della stessa Mubadala con il Ministero dell’Economia francese per esplorare investimenti su fondi francesi pari a 1,4 miliardi di euro. Su twitter è stato anche sottolineato l’accordo di 4,4 miliardi di euro tra la holding ADQ (a cui il Paese arabo affida il cruciale tema della diversificazione economica) e la Francia in svariati settori, che vanno dalla mobilità, alla logistica all’agricoltura.
Sul fronte dell’Energia, la nota ricorda i progetti pari a 2 gigawatt entro il 2030 (4,4 miliardi di euro) tra la società emiratina per le rinnovabili Masdar e la francese Engie; la collaborazione strategica tra Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) e TotalEnergies per la cattura e lo stoccaggio del carbonio; mentre Borouge ha assegnato un contratto alla francese Technip Energies, in consorzio con Target Engineering, per la costruzione di una mega unità di cracking a etano a Ruwais, ad Abu Dhabi.
Nell’area dello spazio, il Mohamed Ben Rachid Space Center e il National Space Studies Center (CNES) hanno firmato una lettera di intenti per esplorare la cooperazione sulla missione lunare degli Emirati “Rashid -2 Rover” , mentre il Cnes ha espresso interesse a fornire una nuova generazione di telecamere multispettrali e a supportare i test del Rover.
Infine il capitolo cultura. Nel 2017, in occasione della sua prima visita nel Golfo, proprio il neo presidente Macron era volato negli Emirati Arabi Uniti per inaugurare il Louvre Abu Dhabi, frutto dell’accordo trentennale del 2007, pari a circa un miliardo di euro, che concedeva agli Emirati la condivisione del nome e di numerose opere del prestigioso museo parigino. La visita di venerdì scorso “ha confermato l’estensione partnership di un ulteriore decennio” fino al 2047, ha affermato il ministro della Cultura francese Roselyne Bachelot.
Un’intesa ultima di un serie che vede gli investimenti degli Emirati anche in territorio francese. Nel settembre scorso, infatti, Macron aveva ospitato il principe ereditario di Abu Dhabi Mohamed bin Zayed nello storico Chateau de Fontainebleau, che sorge alle porte di Parigi. Proprio il governo di Abu Dhabi, nel 2019, ha sborsato circa 10 milioni di euro per il restauro del teatro ottocentesco che ospita al suo interno. E che oggi si chiama Teatro Sheikh Khalifa, in onore del presidente degli Emirati Arabi.
Source: agi