Da regno dello spaccio di droga a centro di solidarietà: la nuova vita di un ex mercato rionale a Cagliari


AGI – Da mercato rionale si era trasformato in un luogo di degrado, tra droga e combattimenti clandestini di animali, per poi risorgere come fulcro della rinascita di un’intera comunità: a Cagliari l’Exmè, nel quartiere di Santa Teresa, nella municipalità di Pirri, è diventato un punto di riferimento per gli abitanti della periferia (e non solo), grazie al progetto di recupero della Fondazione Domus de Luna, creata in Sardegna nel 2005 da Ugo Bressanello.

Dal 2011 l’ex mercato ha cominciato ad accogliere i giovani che hanno trovato spazio per esprimersi con la musica, la danza, il teatro. E anche con la pandemia e le conseguenti restrizioni, la solidarietà ha continuare ad abitare nell’Exmè, con aiuti alle famiglie in difficolta’, centinaia di persone alle quali viene regalata la spesa, oltre alla bombola del gas.

“La struttura”, racconta all’AGI, Giorgio Pintor, presidente della cooperativa Exmè, “era un mercato rionale, che ha vissuto pochi anni. Poi è rimasta in balia degli spacciatori. Qui si tenevano anche combattimenti di animali”. All’interno, ricorda, “i box del mercato erano diventati banchi di spaccio di stupefacenti”, e c’erano “chiari segni di combattimenti tra animali”. Fino all’arrivo di Domus de Luna che ha dato nuova vita all’ex mercato.

Cos’è cambiato col Covid

 “Nel periodo pre-Covid”, prosegue Pintor, “il centro era aperto a tutti, con attività di laboratorio come la musica, il coro, il dopo scuola e il sostegno allo studio, le attività sportive, tra cui il calcio a 5”. Dentro, c’e’ lo spazio del teatro, che ospitava spettacoli e convegni, e anche sale di incisione. Con lo sport e l’arte i giovani hanno trovato un modo per esprimersi, per costruire. Al loro fianco, i volontari e gli educatori professionisti. “Il quartiere è il primo beneficiario della presenza dell’Exme'”, spiega il presidente della cooperativa.

“Ci sono ragazzi che sono cresciuti qui, gli abitanti proteggono la struttura, i giovani ci avvisano se qualcosa non va e quando escono la lasciano pulita”. Poi è arrivato febbraio 2020 e le limitazioni per contenere la pandemia hanno imposto uno stop a numerose attività. Già da prima all’Exmè si distribuivano alle mamme ciò che serviva ai figli (come le attrezzature per i neonati) e indumenti per bambini e adulti. Da qui è nato il progetto ‘TiAbbraccio’ che, in risposta alle esigenze delle persone, ha allargato l’attività anche alla distribuzione alimentare. “Prima del Covid”, ricorda Pintor, “si offriva la spesa a circa 20 famiglie del quartiere, già a Pasqua erano un centinaio. L’attività è possibile grazie alle donazioni di enti privati, abbiamo l’aiuto del Banco alimentare e dei contratti privilegiati con delle aziende che ci fanno prezzi di favore”.

Sostegni necessari, considerato che oggi si consegnano all’Exmè circa 500 spese settimanali (per 1.800 persone). “Spendiamo circa 6 mila euro alla settimana”, quantifica il presidente della cooperativa. Nelle buste, si trovano frutta, verdura, pasta, e “a diverse famiglie compriamo anche la bombola del gas”. Inoltre, “abbiamo degli educatori, psicologi, che si occupano dei bimbi mentre i genitori sono in fila, e cerchiamo di continuare a offrire un supporto completo: c’e’ chi ha bisogno di parlare o di aiuto per iscrivere i figli a scuola”.

La ‘casa’ dell’inclusione sociale

 Pur con le limitazioni causate dal Covid, la mano resta tesa verso gli altri. Una mano, quella di Domus de Luna, che ha saputo creare un ‘triangolo’ blu di rinascita nel quartiere. A pochi passi dall’Exmè, c’è il blu del muro della scuola media Dante che nel pomeriggio ospita alcune delle attività sportive del centro, oltre a quelle dell’équipe educativa.

E poi c’è il blu della ‘Casa Futuro’, creata dall’associazione di promozione sociale ‘Codice segreto’ (con sede all’Exmè) che opera nel settore dell’inclusione delle diverse abilità. Terminati i lavori nei giorni scorsi, a breve ci sarà il ‘taglio del nastro’. Ma la casa è già ‘operativa’, con i ragazzi seguiti dai volontari e gli educatori, che aiutano negli ultimi ritocchi. Ci sono il salotto, la cucina, il cortile e due stanze dove svolgere attività artistiche, didattiche e laboratori per l’autonomia individuale.

È un luogo di crescita: “Anche nel dipingere”, spiega Francesca Mulas, presidente di ‘Codice segreto’, “i ragazzi sperimentano la scelta, scelgono i colori, la tela da usare, i materiali”. Ed è proprio la scelta “la cosa più complessa” ma necessaria nel percorso verso l’autonomia. “Gli eventi sono importanti, ma lo è ancora di più la quotidianità”. Così, azioni che per alcuni sono ‘automatiche’, per i ragazzi seguiti dall’associazione sono dei ‘mattoncini’ per acquisire sempre maggiore indipendenza.

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Fonte: cronaca agi