“Decido di rientrare in Italia e non subito in Calabria – racconta il 37enne – e di dedicarmi alla mia passione che e’ la pizza. All’estero io mi occupavo di cucina con wine bar, ma adesso il mio locale racconta “storie di farina” così come è scritto sull’insegna del mio locale. Una volta tornato in Italia ho deciso di frequentare dei corsi di formazione perché lo studio serve. Anche adesso io continuo a studiare per quello che faccio. Mi sono spostato prima in Sicilia, poi in Lombardia e poi a Roma. Nel frattempo c’è stata la seconda ondata di Covid, ricevo delle proposte di lavoro ma alla fine decido di tornare in Calabria per fare quello che mi piace, cioè fare la pizza”. La sua pizza è una pizza “speciale” perché racchiude tutti i sapori italiani, molti sono calabresi ma usa anche tanti prodotti di qualità made in Italy. “A me piace avere il rapporto con i produttori locali – spiega -. Per esempio per comprare la mozzarella non vado nell’azienda, ma vado dal casaro perché lui ti spiega tante altre cose e non ti vende solo un prodotto. Io ho voluto studiare come si fa un impasto, chimicamente quello che avviene”.
Edrisi non ha alcun rimpianto della sua vecchia vita di studente di Giurisprudenza ed è soddisfatto del suo lavoro: “Io mi sveglio e sono felice di fare un lavoro che mi piace. Poterlo fare in Calabria mi consente di vedere spesso la mia famiglia e avere più tempo libero. Il valore aggiunto che c’è qui e’ rappresentato dalle persone”. Adesso vuole specializzarsi per creare una colazione di qualità: “Ora voglio provare a creare con la stessa farina della pizza, fare cornetti o altri prodotti di pasticceria. Io non voglio vendere solo una pizza o una brioche, ma voglio che la gente capisca e apprezzi quello che c’è dietro. Io ho deciso di lavorare con i lievitati. Negli ultimi mesi sto organizzando alcune giornate a tema, come quella già fatta sulla cucina romana. Io mi sento come il primo giorno in cui ho aperto. Ogni persona che entra nel mio locale è una vittoria. Per me è importante lavorare assieme ai miei dipendenti. L’obiettivo – conclude -è lavorare insieme divertendoci rispettando tutti i loro diritti perché è giusto che sia così”. Il sogno di coltivare una passione tornando nella propria regione. Tutto inizio’ dieci anni fa quando, a pochi esami della laurea in Giurisprudenza a Perugia, Edrisi Autieri intraprese la sua esperienza nella ristorazione partendo da una piccola bottega nel centro di Helsinki dove apri’ la prima salumeria italiana dopo una breve esperienza di cibo venduto con un furgone. Dopo oltre dieci anni all’estero il giovane cosentino, ha aperto una pizzeria a Rende, città limitrofa al capoluogo bruzio, in cui si dedica alla sua passione (“lavorare con le farine e raccontare storie attraverso le farine”). Da un anno la sua attività è diventata un punto di riferimento per chi vuole far riscoprire non solo il piacere di mangiare, ma anche far assaporare la storia e la cultura calabrese. La sua pizza non è una semplice pizza, il suo lavoro è una ricerca continua che gli consente di conoscere la bellezza della Calabria attraverso i volti e i sapori della sua terra di origine.
“Dopo un anno circa del mio arrivo a Helsinki – racconta Edrisi all’AGI – avevamo 4 tavoli con otto-dieci clienti. L’attività era gestita da me e da un socio. Abbiamo aperto questo locale e gli affari andavano bene: esportavo tutto dall’Italia ed era molto semplice far arrivare prodotti di qualità. Era una bottega di alto livello che si trovava in una strada di lusso. Dopo un anno e mezzo decidemmo di aprire un secondo negozio. Intanto mio cugino si spostò a Manchester per motivi personali e a noi venne l’idea di “replicare” la stessa esperienza di Helsinki. Riuscimmo a trovare un socio lì che si innamorò dell’idea di “Casa Italia” come si chiamava il nostro locale. Pure a Manchester scegliemmo zone d’élite dove aprire due locali. Uno dei nostri clienti era il calciatore Ferguson”. Ed Edrisi ricorda un aneddoto simpatico: “Una volta Ferguson doveva andare in Sicilia e venne da me perché gli facessi un itinerario”.
Ma due anni fa Edrisi decide di ritornare in Italia perché quell’esperienza di vita all’estero era, come tanti momenti della vita, una parentesi che “si apre e si chiude”. Gli affari andavano bene tanto che i locali ancora sono aperti e sono gestiti dal cugino. (AGI)