Da extraprofitti a salario e Mes, i dossier ‘caldi’ alle Camere


 

La ripresa delle attività è fissata per il 5 settembre. Deputati e senatori si ritroveranno ad affrontare questioni lasciate in sospeso nella pausa estiva

di Serenella Ronda

AGI – Ancora qualche giorno di vacanza, poi per governo e Parlamento riprenderà la normale attività. E si preannuncia, almeno sfogliando l’elenco dei vari dossier aperti, un autunno intenso. Le Aule di Camera e Senato sono entrambe convocate per martedì 5 settembre, con all’ordine del giorno alcune ratifiche di accordi internazionali.

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Poi a Montecitorio si entrerà nel vivo con le norme sul contrasto al bullismo e l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Forteto. La Camera deve anche convertire in legge, entro il 26 settembre, il ‘decreto Caldo’, già approvato dal Senato, che contiene le misure a tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica. Settembre poi segna anche l’avvio della preparazione della manovra: entro il 27 settembre, infatti, il governo deve presentare la Nadef, ovvero l’aggiornamento delle stime economiche indicate in primavera nel Def.

Entro il 15 ottobre, l’esecutivo dovrà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di Bilancio (la griglia con la sintesi degli interventi che saranno poi inseriti nella legge di bilancio). Infine, entro il 20 ottobre (anche se non è un termine perentorio, visto che in passato è stato spesso ‘sforato’) il governo deve licenziare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio.

Sul fronte economico, sono diversi i dossier che tra esecutivo e Parlamento dovranno essere affrontati e sui quali non mancano nodi da sciogliere, anche all’interno della maggioranza: tra i primi provvedimenti c’è da segnalare il decreto Asset, approvato dal Cdm prima della pausa estiva e che contiene la norma sulla tassa sugli extraprofitti delle banche.

Misura che non convince Forza Italia, tanto che il vicepremier e segretario del partito azzurro, Antonio Tajani, ha sin da subito annunciato modifiche in Parlamento, lamentando anche le modalità con cui è stata approvata. Sul punto, però, sia la premier che gli altri due partiti di maggioranza, FdI e Lega, sono determinati ad andare avanti. Il provvedimento è stato inizialmente incardinato alla Camera, ma poi spostato al Senato, ramo da cui inizierà l’iter. Sempre nel decreto Asset è contenuta la norma sul caro voli, contestata dalle compagnie aeree che hanno gia’ chiesto l’intervento della Commissione europea.

A fine settembre scade la proroga decisa dal governo sul bonus bollette, a sostegno delle famiglie in difficoltà: si attende la decisione del governo su un eventuale altro rinnovo. Ed è atteso, sempre alla ripresa dei lavori, anche il responso di Bruxelles sulla proposta di modifica complessiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che include anche il nuovo capitolo RePowerEu.

La valutazione positiva sulla terza richiesta di pagamento e la contemporanea proposta relativa alle modifiche di alcune misure della quarta rata, una volta approvata dagli Stati membri, consentiranno all’Italia di ricevere entro quest’anno il totale di 35 miliardi di euro previsti dal Pnrr, ha spiegato il ministro Fitto. Infine la ‘vexata quaestio’ sul Mes: dopo la sospensiva di quattro mesi votata a luglio dalla Camera, della sua ratifica se ne riparlerà a novembre (l’Italia è l’unico tra i paesi dell’Eurozona a non aver ancora dato il via libera alla modifica del cosiddetto ‘Fondo salva Stati’).

Quanto agli altri dossier, alla ripresa dei lavori i riflettori saranno puntati sulla proposta di legge delle opposizioni (a esclusione di Italia viva) sul salario minimo. Se ne riparla infatti non prima di inizio ottobre, dopo la sospensiva di due mesi voluta dal centrodestra e votata dalla Camera. Stesso tempo (60 giorni) indicato dalla premier Giorgia Meloni per tentare una soluzione condivisa su lavoro povero e salari bassi, con il coinvolgimento del Cnel, a cui la premier – dopo il vertice a Palazzo Chigi con i leader delle forze di minoranza – ha affidato il compito di approfondire la materia.

Nel frattempo le opposizioni hanno lanciato una raccolta firme a sostegno della petizione in cui si chiede ai cittadini di supportare la proposta di un salario minimo di 9 euro lordi l’ora (al momento, annunciano i proponenti, sono già state raccolte oltre 200mila firme). Tema ‘caldo’ che tornerà a veder contrapporsi maggioranza e opposizioni.

In autunno il Parlamento inizierà ad affrontare anche la riforma Nordio sulla giustizia: il ddl è stato assegnato alla commissione Giustizia di palazzo Madama, ma l’iter si preannuncia in salita, alla luce delle polemiche già suscitate dalle norme sulla cancellazione del reato di abuso d’ufficio, i limiti al potere di appello del pm e l’ampliamento dei divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni.

Sempre in tema di giustizia, c’è poi da convertire uno degli ultimi decreti approvati, che contiene anche le nuove norme che inaspriscono le pene contro i piromani, l’8 per mille alle tossicodipendenze e la riorganizzazione del ministero della Cultura (incardinato alla Camera). A Montecitorio, invece, potrebbe riprendere l’iter della riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla quale c’è il pressing di Forza Italia.

Percorso in salita per l’autonomia differenziata, il cui esame è partito al Senato ma le opposizioni – contrarie alla riforma – hanno subito dato battaglia, ottenendo alla ripresa dei lavori l’audizione del Comitato nominato dal ministro Calderoli sui Lep (che nel frattempo ha perso qualche ‘pezzo’). Poi si entrerà nel vivo con le votazioni sugli emendamenti.

Sempre al Senato c’è da affrontare il nodo della riforma delle Province, con il ritorno all’elezione diretta dei presidenti (norma ‘cara’ a Lega e Forza Italia). Tra gli emendamenti presentati in commissione saranno da votare quelli sui terzi mandati per i sindaci delle grandi città e i governatori, che potrebbero dar vita a un inedito asse bipartisan. In autunno, poi, la ministra Elisabetta Casellati potrebbe presentare la proposta di legge sulla riforma costituzionale che mira, stando alle anticipazioni, all’elezione diretta del premier.

Testo inizialmente annunciato entro l’estate ma poi slittato. L’elezione diretta è stata nettamente bocciata dalle opposizioni, fatta eccezione per Italia viva: Matteo Renzi, a sorpresa, prima della pausa estiva ha presentato un suo testo. Tra i provvedimenti da riprendere in autunno c’è anche la proposta di legge per rendere la maternità surrogata reato universale: norma fortemente voluta da FdI, ha incassato il via libera della Camera e ora la parola definitiva toccherà al Senato.

Sempre il Senato dovrà occuparsi poi di un altro dossier ‘delicato’: l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid, con le modifiche al testo dopo le osservazioni del Capo dello Stato.