Le parole a Money di Paolo Balduzzi, docente di Scienze delle finanze all’università Cattolica.
Il taglio del cuneo fiscale andrebbe esteso anche per i redditi oltre i 35mila euro. A spiegarlo, in un’intervista a Money.it, è il professore Paolo Balduzzi, docente di Scienze delle finanze all’università Cattolica. A suo giudizio l’aumento di stipendi messo in campo dal governo Draghi e ampliato da Meloni è una mossa giusta, ma sarebbe giusto intervenire nuovamente per migliorare ulteriormente la misura.
Secondo Balduzzi, innanzitutto, sarebbe giusto dirottare le risorse per il taglio del cuneo fiscale non tanto sullo sgravio dei contributi previdenziali, come fatto ora, quanto sulla riduzione delle imposte sul reddito. Meccanismo su cui si potrebbe intervenire attraverso la prossima delega fiscale, secondo le intenzioni del governo. In ogni caso tagliare il cuneo è giusto, tanto più per fronteggiare l’inflazione: tutte le misure che mettono più soldi in tasca ai cittadini sono corrette, a suo giudizio.
Ci sono poi altri due punti su cui intervenire, a giudizio del docente. Confermare il taglio del cuneo potrebbe permettere anche di evitare rinnovi dei contratti collettivi troppo sostanziosi, che rischiano di dar vita a una spirale salari-inflazione. Se gli sgravi venissero estesi anche ad altre fasce di reddito, per esempio quelle tra i 30mila e i 60mila euro, secondo Balduzzi si andrebbe incontro a quella che definisce un’operazione di “giustizia sociale” nei confronti di “chi ha sempre sostenuto il welfare”.
Inoltre si dovrebbe intervenire per evitare lo scalone che si creerà con il taglio del cuneo fiscale per chi guadagna poco più di 35mila euro, che avrà uno stipendio netto più basso di chi guadagna poco meno di questa cifra. A giudizio del docente sarebbe stato più giusto prevedere un meccanismo di décalage, che permette di ridurre lo sconto gradualmente nelle fasce di reddito più alte e annullarlo sopra una certa soglia, evitando così lo scalone.