Cuba: con arrivo Oscar, si teme uragano anche su economia


L’arrivo dell’uragano Oscar, secondo gli osservatori internazionali, rappresenterà – per dirla con un gioco di parole – un vero e proprio uragano anche per l’economia cubana che sta già affrontando una profonda crisi energetica ed economica. L’isola è già segnata da frequenti blackout dovuti a un sistema elettrico obsoleto e a una forte dipendenza dai combustibili fossili. Nonostante gli sforzi per incrementare le energie rinnovabili, la mancanza di investimenti e l’embargo statunitense hanno aggravato la situazione. La produzione di elettricità dell’isola proviene principalmente da otto centrali termoelettriche usurate, alcune delle quali sono in funzione da più di 40 anni e sono costantemente in panne o in manutenzione. Per integrare questo sistema, Cuba utilizza cinque impianti galleggianti affittati da società turche e generatori, tutti dipendenti dai combustibili. Tuttavia, il Paese produce solo un terzo del carburante che consuma quotidianamente. Non solo, ma l’isola caraibica dipende principalmente dal petrolio importato dal Venezuela, il suo principale alleato, che paga in parte con l’invio di medici, ma che ha ridotto le sue forniture da 100.000 barili al giorno nel 2016 a una media di 56.000 barili al giorno nel 2021. Il governo cubano ha riconosciuto la necessità di diversificare la propria matrice energetica e ha avviato iniziative per incoraggiare l’uso di energie rinnovabili. Tuttavia, gli investimenti limitati e l’embargo economico hanno ostacolato i progressi. Con un’inflazione galoppante, il crollo del peso cubano nel mercato informale, bassi livelli di produttività, un deficit fiscale abissale (22% del PIL) e carenze e mancanza di liquidità, l’isola, indebolita dagli effetti della pandemia e dall’inasprimento dell’embargo di Washington, è di fatto impantanata nella sua peggiore crisi degli ultimi 30 anni.Nel tentativo di alleviare le carenze e di rispondere alle richieste sociali durante le storiche proteste dell’11 luglio 2021, nell’agosto dello stesso anno il governo ha autorizzato le imprese private per la prima volta da più di mezzo secolo. A giugno scorso, erano registrate quasi 11.000. Tuttavia, ciò non è stato sufficiente a invertire la dura situazione in cui versa la popolazione, che guadagna in media circa 5.000 pesos al mese (circa 41 dollari) e deve far fronte alla carenza di cibo, medicine e altri beni di prima necessità.
Una situazione che ha accentuato un’emigrazione senza precedenti dalla rivoluzione nel 1959. Secondo i dati ufficiali, la popolazione di Cuba è scesa dagli 11,1 milioni dell’ultimo censimento del 2012 a meno di 10 milioni di quest’anno. Più di 700.000 cubani sono emigrati negli Stati Uniti in modo irregolare e regolare tra gennaio 2022 e agosto 2024, e a ciò si aggiunge il flusso verso i Paesi dell’America Latina e dell’Europa, per il quale non esistono dati complessivi. (AGI)

PIT