Critica l'Iran su Instagram e rischia l'estradizione. L'appello dell'influencer in esilio


AGI – “Se sarò estradato, sarò torturato fino ad implorare la morte”. Sasha Sobhani, musicista e influencer con oltre 2 milioni di follower, figlio di un diplomatico iraniano con numerosi incarichi all’estero, è stato arrestato a Madrid perché Teheran lo accusa di gestire siti web internazionali di gioco d’azzardo illegali e di riciclare denaro.

Sobhani, che rigetta ogni addebito, ha riferito al giornale spagnolo El Mundo, che l’Iran vuole condannarlo per il suo stile di vita e le sue critiche al regime espresse attraverso i suoi profili social che contano oltre 2,6 milioni di follower.

Sobhani ha trascorso gran parte della sua infanzia all’estero al seguito del padre che ha svolto incarichi in Armenia, Gabon e Venezuela. Nel 2006, il diplomatico è poi tornato a Teheran per ricoprire la carica di vice ministro degli esteri nel governo dell’allora presidente Mahmoud Ahmadinejad.

In Iran il giovane Sobhani aveva costruito un vero impero sui social attraverso l’account Instagram “Rich Kids of Teheran”, dove raccontava la vita dei giovani ricchi della capitale. Per le sue iniziative, come l’organizzazione di alcuni rave, è stato arrestato e condannato al carcere riuscendo però a fuggire in Turchia.

Due anni fa si è trasferito in Spagna continuando a pubblicare in rete la sua vita piena di eccessi tra alcol, donne, auto da corsa e jet privati. Allo stesso tempo pero’ ha diffuso anche dei video, in lingua persiana, contro il governo iraniano. “Io critico il regime, la mancanza di libertà, mostro come vivo e dico che anche loro (i seguaci, ndr) possono arrivare a vivere così. E naturalmente l’Iran non può permettere che il figlio di un alto funzionario dica queste cose“.

La settimana scorsa le autorità spagnole hanno fermato il giovane rispondendo alle richieste di estradizione di Teheran. Sobhani, durante un’udienza, ha negato le accuse sottolineando di aver sottoscritto, come influencer, solo contratti per pubblicizzare alcuni siti di gioco d’azzardo. “Preferisco una tomba in Spagna che una prigione in Iran, ma ho fiducia nella giustizia spagnola”, ha concluso promettendo di lottare con tutte le sue forze per evitare il ritorno forzato in patria.  

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Fonte: estero agi