Cristoforetti, astronauta e mamma: «Equipaggi europei per colonizzare lo spazio. I miei figli non fanno caso al mio lavoro»


Per la prima volta nel salotto di Silvia Toffanin, l’astronauta ha parlato non solo di lavoro, ma anche dei suoi due bambini

Dopo l’intervista a Serpil Tamur, l’attrice che interpreta Azize in Terra Amara, e quella a Giselda Torresan, ex concorrente del Grande Fratello, nel salotto di Verissimo è arrivata oggi Samantha Cristoforetti. Una partecipazione inaspettata la sua in trasmissioni di questo filone che ha perciò attirato l’attenzione dei telespettatori. Dal racconto sulla sua carriera all’appello ai governi europei per accedere allo spazio con mezzi costruiti in Europa per trasportare equipaggi dell’Esa, la prima astronauta italiana è stata intervistata a lungo parlando anche dei figli e del loro rapporto con il suo lavoro. Una Cristoforetti sempre più nel ruolo di testimonial delle attività dell’Agenzia Spaziale Europea, di “divulgatrice” scientifica, di donna che dimostra che anche da mamma si può fare un lavoro come questo.

L’intervista

Intervistata per la prima volta a Verissimo, Samantha Cristoforetti ha ripercorso insieme a Silvia Toffanin tutte le tappe della sua carriera, dalla scelta di intraprendere questo mestiere all’emozione della prima missione nello spazio.

Un lavoro che considera «abbastanza facile», grazie al team di professionisti che lavora con lei, e che la farà sempre provare emozioni.

Parlando del ruolo dell’Italia nella Stazione Spaziale Internazionale, Samantha Cristoforetti ha raccontato di come il nostro Paese abbia contribuito alla sua costruzione e alla sua gestione. Un’occasione importante per la comunità scientifica, che può quindi fare ricerca in moltissime discipline diverse. L’Europa non ha però una propria astronave pr equipaggi. Un fatto, questo, sottolineato ancora una volta dall’astronauta: «Questo è un punto dolente. Non abbiamo mai sviluppato in Europa una capacità di far volare in maniera autonoma i nostri astronauti nello spazio. Io ho fatto un primo volo nel 2014 su un veicolo russo, un secondo l’anno scorso in cui ho volato su un veicolo americano (privato). Stanno andando nello spazio anche i cinesi e presto ci andranno anche gli indiani. Penso che anche in Europa dovremmo riflettere su questa cosa e fare il primo passo».

Dopo il lavoro, qualche frase sulla famiglia e sui figli: «Hanno un papà eccezionale che si occupa davvero benissimo di loro quando io non ci sono. Quando siamo insieme a casa ci dividiamo sia i piaceri che le responsabilità della cura dei bimbi», ha detto Samantha Cristoforetti. Spazio poi a un racconto sulla figlia di sette anni, Kelsi Amel, che comincia adesso a comprendere la portata del lavoro della mamma: «Come succede a tutti i bambini, le cose che fanno parte della quotidianità in casa le percepiscono come molto normali. Forse adesso la grande inizia a capire che magari non è una cosa proprio normale avere una mamma astronauta. Fino a un paio di anni fa pensava invece che fosse normale».

Fonte: https://www.ilmessaggero.it/