Crisi Ucraina, Putin incontra Macron e avverte: "Non ci saranno vincitori"


AGI – Il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito “utile” l’incontro di oggi con l’omologo francese, Emmanuel Macron, sulla crisi in Ucraina. Mosca ha riferito che sono state anche discusse “le richieste russe di garanzie di sicurezza”.

Il monito del presidente russo arriva in conferenza stampa: “Se l’Ucraina si unisce alla Nato e riprenderà la Crimea con mezzi militari, i Paesi europei saranno automaticamente coinvolti in un conflitto militare con la Russia”.

“La Russia è una delle principali potenze nucleari e in alcune componenti di modernità supera addirittura molte altre”, ha sottolineato, “non ci saranno vincitori. Vi troverete coinvolti in questo conflitto contro la vostra volontà”, ha detto Putin, con a fianco Macron.

I colloqui sono durati oltre cinque ore secondo quanto annunciato dal portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. Le parti, inizialmente, non avevano fissato parametri temporali per la durata dell’incontro, presumendo che sarebbe stato lungo e pieno di contenuti. “Non avevamo stabilito alcun limite. Tutto era a discrezione dei presidenti“. Putin, in conferenza stampa, ha affermato che la politica delle “porte aperte” della Nato va principalmente negli interessi degli Stati Uniti.

Il presidente russo ha criticato la Nato per volere “dare lezioni alla Russia”. “Oltre ad aver spostato le loro infrastrutture militari vicino ai nostri confini, la Nato e i suoi Stati membri si ritengono autorizzati a darci lezioni su dove e come posizionare le nostre forze armate, e considerano possibile chiedere di non svolgere esercitazioni e manovre pianificate”.

Alcune proposte fatte da Macron per allentare le tensioni, ha continuato il leader di Mosca, possono consentire di andare avanti. Una dichiarazione che apre a nuovi orizzonti. “Alcune delle sue idee, delle sue proposte (…) possono gettare le basi per un progresso comune”.

Poi l’avvertimento sugli accordi di Minsk. “Naturalmente, da parte mia, ho attirato l’attenzione del presidente sulla riluttanza delle attuali autorità di Kiev a rispettare gli obblighi previsti dal pacchetto di misure e accordi di Minsk nel formato Normandia, compresi quelli raggiunti ai vertici di Parigi e Berlino”.

“A mio avviso, è ovvio a tutti che le attuali autorità di Kiev hanno tracciato la rotta per lo smantellamento degli accordi di Minsk”, ha sottolineato Putin, spiegando che “non ci sono progressi su questioni fondamentali come la riforma costituzionale, l’amnistia, le elezioni locali, gli aspetti legali dello status speciale del Donbass”. E ancora: Se l’Ucraina entra nella Nato, “i Paesi europei saranno trascinati in un conflitto con la Russia”.

Macron: “Evitare un’escalation”

Il presidente francese ha sottolineato come sia necessario “lavorare per evitare un’escalation” sulla crisi in corso. Per il capo dell’Eliseo “la Russia e l’Europa devono lavorare insieme sulle garanzie di sicurezza. “Una credibile de-escalation ci impone di andare avanti su questioni fondamentali, e su questi temi abbiamo discusso per molto tempo”, ha spiegato. 

“Dobbiamo mostrare insieme la volontà di essere pronti a lavorare sulle garanzie di sicurezza, per costruire un nuovo ordine di sicurezza e stabilita’ in Europa. Questo deve basarsi sulle fondamenta che abbiamo costruito insieme come Stati sovrani”. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti. 

L’incontro è iniziato con un bilaterale e poi proseguito con una cena di lavoro. Il menù prevedeva scampi, zuppa di cinque specie di pesce, ravioli agli spinaci e sorbetto allo zenzero. Si è passati poi allo storione, cervo con patate dolci e more e per dessert una crostata di pere con gelato alla vaniglia. Il vino servito era prodotto rigorosamente in Russia: Chardonnay del 2015 e Rebo.   

Nel pomeriggio, poco prima del meeting, Macron aveva auspicato che i colloqui potessero portare a un allentamento delle tensioni sull’Ucraina. “Questa discussione può indicarci la direzione in cui dobbiamo andare, che è verso una riduzione dell’escalation”. Putin, dal canto suo, aveva elogiato gli “sforzi” dell’omologo francese nel risolvere quella che ha definito “la crisi interna all’Ucraina” e “gli altri problemi di sicurezza”.

Il Covid tra i soldati, la versione lettone

Nella giornata di oggi però anche il Covid ha attirato l’attenzione delle cronache. Tra le truppe russe schierate al confine con l’Ucraina si si registrano tutt’ora focolai con la paura che tale diffusione del virus potesse costringere il presidente Putin ad agire presto, con un’incursione o – al contrario – un ritiro parziale, per evitare che la situazione possa degenerare.

A sostenere questa tesi è stato il ministro della Difesa e vicepremier lettone, Artis Pabriks, durante una teleconferenza del German Marshall Fund of the United States. “Stanno giungendo notizie che le condizioni dei suoi soldati al confine non siano così piacevoli, paragonate ai nostri accampamenti qui o ai vostri accampamenti negli Stati Uniti”, ha detto Pabriks, “ci sono anche informazioni secondo cui molte persone sono affette dal Covid e sono quindi malate. Quindi ha bisogno di agire”.

Secondo Pabriks, tra le opzioni di Putin vi sono il lancio di un’invasione o un’annessione delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. “Con i suoi media nel taschino, potrebbe vendersi come eroe”, ha spiegato Pabriks. Una terza possibilità sarebbe una de-escalation, ovvero un ritiro parziale, ma non è chiaro, ha osservato il vicepremier di Riga, come ciò potrebbe essere gestito, anche in termini di comunicazione, dopo i toni elevatissimi delle scorse settimane. “Putin ha messo se stesso e la Russia in un angolo”, ha chiosato 

Source: agi